eràrio

sm. [sec. XIV; dal latino aeraríum, da aes aeris, rame]. In origine, tesoro del popolo romano, conservato nel tempio di Saturno (aerarium Saturni). Durante la Repubblica, l'erario era amministrato da due questori sotto il controllo del Senato, che autorizzava le spese per la guerra e per i lavori pubblici. Le sue entrate erano costituite dai tributi imposti ai cittadini patres familias, dal bottino di guerra e dai tributi imposti alle province. Nel 56 d. C. l'amministrazione dell'erario venne affidata a due prefetti nominati dal principe per tre anni. Col passare del tempo, l'erario si identificò con la cassa dell'Urbe e dei territori prossimi a essa, dopo che il fisco si fu organizzato in modo autonomo e adempì direttamente alla maggior parte dei fini prima attribuiti all'erario. Nel corso del tempo il termine è caduto in disuso; avvicinato nel suo significato a quello di fisco, indicante l'amministrazione patrimoniale dello Stato, è sostituito con i termini demanio e patrimonio dello Stato.

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