esofagite

sf. [da esofago+-ite]. Processo flogistico dell'esofago che può decorrere in forma acuta o cronica. I quadri più frequenti sono: l'esofagite acuta catarrale essudativa, sostenuta dallo streptococco, caratterizzata da infiltrazione mucosa e sottomucosa con abbondante secrezione; l'esofagite flemmonosa, che può estendersi al tessuto periesofageo con invasione del mediastino; l'esofagite da reflusso, detta anche peptica, che può presentarsi spontaneamente per insufficienza cardiale, ernia iatale e dopo interventi chirurgici che abbiano modificato la funzione o la struttura anatomica del cardias (esofagogastrostomia, cardioplastica, cardiomiotomia extramucosa, ecc.). Anche fattori allergici stanno alla base di esofagiti ricorrenti in forma acuta che si manifestano spesso in concomitanza con altri fenomeni allergici a carico della cute e delle mucose visibili. Studi manometrici hanno dimostrato che l'esofagite da riflusso non sempre è dovuta all'acidità del succo gastrico, ma che spesso è dovuta a materiale alcalino (bile e succhi pancreatici). Più propriamente l'esofagite dovrebbe essere definita come peptica quando esiste un'ectopia della mucosa gastrica a livello esofageo inferiore. I sintomi tipici di questa forma sono: bruciori esofagei, rigurgito e dolore retrosternale cui possono associarsi eruttazioni. Mediante l'esame endoscopico si possono distinguere 4 stadi: esofagite congestizia, esofagite pseudomembranosa, esofagite ulceroemorragica, esofagite stenosante. Una cronicizzazione dell'esofagite può provocare displasia della mucosa di rivestimento dell'organo e indurre il cosidetto esofago di Barrett, considerato una forma precancerosa data l'alta probabilità di trasformazione maligna. La terapia dell'esofagite non complicata richiede l'uso di antiacidi (inibitori della pompa protonica) e di una dieta adeguata, priva di alcol e sostanze irritanti quali spezie. Nelle forme complicate è richiesto l'intervento chirurgico per ristabilire la contenzione del cardias oppure per restringere il passaggio dell'esofago attravero il diaframma, allargato nell'ernia iatale. Nell'esofago di Barrett si procede se possibile all'asportazione della parte di organo interessata. Se l'alterazione è troppo estesa, si attua un'attenta osservazione con biopsie ripetute ogni sei mesi al fine di procedere con l'intervento demolitivo solo in caso di vero e proprio sviluppo canceroso.

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