finanza etica

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Il termine indica quel settore della finanza che pone le persone e l’ambiente al centro dell’attività creditizia e di investimento. Pertanto, oltre ai tradizionali metodi di valutazione, si stabilisce come e dove allocare le risorse in base anche a valutazioni morali ed etiche, che vanno ad arricchire e integrare l'analisi finanziaria. È da molti ritenuta un'evoluzione delle forme di finanza mutualistica, cooperativa e solidaristica diffusesi a partire dalla metà dell’Ottocento per favorire l’inclusione finanziaria e l’accesso al credito delle categorie sociali più fragili. Le valutazioni, e di conseguenza le scelte, della finanza etica possono fondarsi anche su principi religiosi (come nel caso della finanza islamica). Come indicato dal Manifesto della finanza etica (2004), tra i principi fondanti di questo modo di intendere l’economia troviamo: «la partecipazione diretta dei soci alla gestione e alla scelta dei finanziamenti da effettuare; la trasparenza massima sul modo in cui viene utilizzato il risparmio; il prevalere delle reti sociali sui rapporti economici e perciò di un sistema di garanzie di tipo personale piuttosto che patrimoniale; un'attenzione prevalente nei confronti dei progetti delle organizzazioni di terzo settore, quelle più vicine a una logica di “promozione dello sviluppo umano” e abituate a utilizzare criteri basati “sulla responsabilità sociale e ambientale”». Si individuano solitamente due distinte applicazioni della finanza etica: la microfinanza (il microcredito), rivolta alle fasce di popolazione più deboli; l’investimento etico, cioè la gestione dei flussi finanziari raccolti con strumenti quali i fondi comuni per sostenere organizzazioni che lavorano nel campo dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura e della cooperazione internazionale. Oggi sempre più istituti finanziari e bancari offrono prodotti di investimento i cui fondi sono destinati a scopi etici; questo screening etico, richiesto da molti utenti, viene garantito da numerose organizzazioni indipendenti che assegnano rating etici alle aziende per determinarne il livello di responsabilità sociale e ambientale (secondo un procedimento articolato in diverse fasi di raccolta di informazioni, di catalogazione, di valutazione, di assegnazione di un punteggio). La pratica ha origine negli anni Venti del Novecento quando negli USA la Chiesa Metodista concesse ai suoi fedeli di investire in Borsa a patto che il denaro non finanziasse l’industria degli alcolici o delle scommesse.

Bibliografia

C. Conti, A. Mauri, Finanza informale, finanza etica e finanza internazionale nelle piccole e medie imprese, Milano, 2000, pp. 53-118; J. e L. Schettini Gherardini, Etica, futuro e finanza, Milano, 2002; A. Messina, Credito e finanziamenti, in Denaro senza lucro. Manuale di gestione finanziaria per il terzo settore, Roma, 2003; A. Chili, (a cura di), Dai Monti di pietà al microcredito oggi: atti, Bologna, 2006; L. Becchetti, Il microcredito: una nuova frontiera per l'economia, Bologna, 2008; Dizionario di microfinanza - Le voci del microcredito, a cura di Giampietro Pizzo e Giulio Tagliavini, Roma, Carocci 2013.

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