Descrizione generale

"Per i simboli convenzionali impiegati nelle carte meteorologiche vedi disegni al lemma del 9° volume." L'interfaccia, o la zona di transizione, tra due masse d'aria con caratteristiche fisiche e termodinamiche più o meno diverse "Per le sezioni verticali di un fronte caldo e di un fronte freddo e per i simboli convenziali impiegati nelle carte meteorologiche vedi i disegni a pg. 187 del 10° volume." . I principali parametri che permettono l'identificazione e la definizione di un fronte sono: temperatura, umidità e densità dell'aria. Tali differenze fra le due masse d'aria, riferite alla scala spaziale coinvolta ed espresse matematicamente come gradienti, permettono di stabilire l'esatta configurazione di un fronte e di prevederne la sua evoluzione nel tempo (previsioni). A seconda dell'entità dei gradienti e delle differenti caratteristiche delle due masse d'aria analizzate, il termine fronte può significare: a) area frontale, vale a dire una zona spaziale più o meno estesa di transizione tra le caratteristiche di una massa d'aria e le analoghe caratteristiche dell'altra massa d'aria confinante: in questo caso il passaggio da un tipo di massa d'aria a un altro tipo di massa d'aria non è brusco ma continuo; b) superficie frontale, vale a dire la superficie di separazione netta fra le due masse d'aria diverse e confinanti: in questo caso il passaggio da un tipo di massa d'aria a un altro tipo di massa d'aria è molto brusco con una marcata discontinuità delle loro caratteristiche. Il fronte, sia che si tratti di area frontale che di superficie frontale, può estendersi dal suolo fino alla tropopausa e generare o ricollegarsi anche a fratture della tropopausa, entro le quali scorrono correnti d'aria molto violente, dette correnti a getto. L'intersezione del fronte con la superficie terrestre viene detta fronte al suolo e riportata sulle carte meteorologiche al suolo (isobare al suolo) con opportuni simboli che indicano il tipo di fronte e la sua estensione. L'identificazione del fronte al suolo è molto importante perché attorno a esso si manifestano i principali fenomeni delle perturbazioni atmosferiche (pioggia, neve, vento, ecc.), ma soprattutto perché si possono studiare le stesse perturbazioni meteorologiche e prevederne l'evoluzione. Se due o più tipi di fronte sono fra loro collegati si parla di sistema frontale che è in genere associato a un'area ciclonica. Lo sviluppo di aree cicloniche porta in genere alla formazione di uno o più fronti (frontogenesi); viceversa lo sviluppo di aree anticicloniche porta alla distruzione di fronti o sistemi frontali preesistenti (frontolisi).

Classificazione: criteri base

Esistono vari modi di classificare i fronti in base ai diversi criteri di studio e di analisi dei problemi meteorologici e climatici. Le più comuni classificazioni si basano, comunque, sul criterio “geografico” di distinzione delle diverse masse d'aria e sul criterio “dinamico” che si basa sul movimento delle diverse masse d'aria. La prima distinzione si opera tra fronti. stabili (detti anche stazionari per il permanere delle condizioni che li originano) e fronti mobili.

Classificazione: fronti stabili

Appartengono alla prima categoria, ilfronteartico, superficie di separazione tra le masse di aria artica proveniente da NE e temperata proveniente da SW; la posizione del frontevaria in latitudine secondo le stagioni: in estate si sposta verso N, in inverno verso S interessando anche il bacino del Mediterraneo. Il fronte temperato, o tropicale, è la superficie di separazione tra le masse d'aria temperata e tropicale; lungo questo fronte si sviluppano profonde ondulazioni che danno origine ai cicloni extratropicali. Il fronte artico e quello temperato distano in media 2000 km, ma può accadere che si avvicinino notevolmente con sviluppo, in particolare sull'Oceano Atlantico, di perturbazioni di estrema violenza. Il fronte equatoriale, o intertropicale, è la superficie di separazione tra le masse d'aria tropicale ed equatoriale. Il fronte polar è la superficie di separazione tra una massa d'aria fredda di origine polare e una calda di origine tropicale.

Classificazione: fronti mobili

I fronti mobili o cicloni sono quelli che si formano e si spostano quando due masse d'aria a temperatura diversa vengono a contatto. Secondo i movimenti relativi di queste masse d'aria si distinguono un fronte caldo e uno freddo. Il fronte caldo è un fronte lungo il quale una massa di aria calda muove verso una massa di aria più fredda e tende a sostituirsi a questa. L'aria calda, essendo più leggera, si innalza slittando sopra la massa d'aria fredda e si ha di conseguenza la formazione di nubi, generalmente di aspetto stratiforme, molto estese orizzontalmente (cirrostrati, altostrati e nembostrati), spesso accompagnate da precipitazioni diffuse e persistenti. Il fronte freddo è un fronte lungo il quale una massa di aria fredda avanza verso una massa di aria più calda e, essendo più pesante, si incunea al di sotto di questa. L'aria più calda nelle immediate vicinanze del fronte freddo viene sollevata in alto, spesso con grande violenza, dando origine a dense nubi di grande sviluppo verticale (cumuli e cumulonembi), per lo più accompagnate da forti precipitazioni e, a volte, da grandine.

Classificazione: fronte occluso od occlusione

Generalmente un fronte caldo è seguito da un fronte freddo, che si sposta più rapidamente e quindi finisce per raggiungerlo; l'aria calda, che prima si trovava tra questi due fronti, viene allora tutta sollevata al di sopra del suolo. Si genera così un nuovo tipo di fronte, chiamato fronte occluso od occlusione, in corrispondenza del quale si ha la presenza di tre masse d'aria, con un fronte al suolo e un fronte in quota. L'occlusione al suolo può avere carattere di fronte caldo (occlusione a carattere caldo), oppure di fronte freddo (occlusione a carattere freddo). Spesso le occlusioni danno luogo a grandi ed estese formazioni nuvolose, con violente precipitazioni anche temporalesche.

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