gòtico

Indice

Lessico

Agg. (pl. m. -ci) [sec. XVI; latino medievale Gothicus, da Gothi].

1) Proprio dei Goti, relativo ai Goti: costumi gotici, lingua gotica (o il gotico, sm.); guerra gotica. Per estensione, germanico, tedesco, anche barbarico. In particolare: arte (o il gotico, sm.); scrittura gotica; linea gotica, sistema difensivo tedesco che attraversava l'Appennino dalla zona a S di Viareggio a quella di Rimini; costituì l'ultima resistenza tedesca in Italia durante la seconda guerra mondiale. L'esercito anglo-americano sfondò il fronte tedesco, già attaccato nel settembre 1944, con l'offensiva finale dell'aprile 1945.

2) Fig., spregiativo, di scrittura o di parole incomprensibili: quello che hai scritto è gotico!

Linguistica

Lingua germanica del ramo orientale il cui più importante documento è costituito dalla traduzione della Bibbia, fatta nel sec. IV dal vescovo visigoto Ulfila, di cui sono pervenuti una buona parte del Nuovo Testamento e un solo frammento dell'Antico Testamento attraverso manoscritti dei sec. V-VI. Altri documenti della lingua gotica sono: la Skeireins o “Spiegazione” del Vangelo di San Giovanni, di cui ci è giunta solo la parte iniziale, tre brevi iscrizioni in caratteri runici; il frammento di un calendario che va dal 23 ottobre al 30 novembre; due alfabeti gotici con l'indicazione del nome delle lettere e qualche frase; due atti di vendita in latino con le dichiarazioni e le firme in gotico; alcune glosse e parole gotiche in testi latini. L'ultima attestazione della lingua gotica è del sec. XVI e è costituita da alcune decine di parole della lingua gotica che era ancora parlata in Crimea. Tratti caratteristici del gotico sono: la frattura delle vocali í, ŭ; la riduzione di ĕ indeuropea a i in ogni condizione; la conservazione di un presente passivo che nelle altre lingue germaniche è stato sostituito da perifrasi col verbo “essere” o “divenire”; la formazione di preteriti con raddoppiamento di cui nelle altre lingue germaniche è rimasto solo qualche resto fossile. Per la sua traduzione della Bibbia Ulfila si servì di uno speciale alfabeto di 27 segni (di cui due hanno soltanto un valore numerico) per la maggior parte derivati dall'alfabeto greco (solo poche lettere sono mutuate dall'alfabeto latino e da quello runico). Che per la creazione del nuovo alfabeto Ulfila si sia ispirato essenzialmente a un modello greco risulta chiaramente dall'ordine in cui i segni si succedono e dal loro valore numerico, nonché da alcune particolarità grafiche che riflettono un'evidente origine greca (la nasale velare indicata col segno g come in greco; il digramma ei per indicare la vocale ī perché nel greco dell'epoca ei aveva questo valore fonetico).

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