gastroenterite

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Medicina

sf. [sec. XIX; gastro-+enterite]. Condizione patologica, acuta o cronica, a carico dello stomaco e dell'intestino, caratterizzata da sintomi prevalentemente irritativi del tratto gastro-intestinale superiore come anoressia, vomito, associati a diarrea e dolori addominali, che possono portare a grave disidratazione e shock con importante squilibrio acido-base. L'addome può essere disteso e dolorabile, talora sono presenti contrattura muscolare e borborigmi. L'eziologia può essere incerta o sconosciuta, ma spesso è individuabile un'origine batterica, virale, parassitaria o tossica che determina un mancato assorbimento alimentare, aumento delle secrezioni liquide e della peristalsi intestinale. Decorrono in forma acuta: le gastroenteriti infettive, da virus, batteri o parassiti, che però in alcune forme (per esempio la gastroenterite da Giardia lamblia) possono diventare croniche; le gastroenteriti tossiche, dovute all'ingestione di veleni, di cibi deteriorati o incongrui, con dolori addominali, nausea, vomito alimentare, diarrea; la gastroenterite dei lattanti, caratterizzata anch'essa da diarrea spesso associata a vomito, che possono condurre a una grave e pericolosa disidratazione che necessita di terapia tempestiva; la gastroenterite tifoidea, che insorge come complicanza del tifo addominale. Il trattamento della gastroenterite riguarda soprattutto l'arresto di vomito e diarrea gravi e il restauro dell'equilibrio idroelettrolitico. Per i dolori addominali possono essere utilizzati antispastici. Gli antibiotici vanno invece somministrati solo in alcuni tipi di infezione.

Veterinaria

La gastroenterite colpisce anche gli animali, soprattutto in allevamenti grandi, in particolare i suinetti entro 10 giorni dalla nascita che presentano una mortalità elevatissima. L'infezione, che si propaga rapidamente, è determinata da un virus che ha le caratteristiche di un Coronavirus; la trasmissione della malattia avviene per contatto diretto o indiretto tramite l'urina e le feci degli animali infetti. L'infezione riguarda gli animali di tutte le età, ma mentre i suini adulti dopo iniziali sintomi di inappetenza, vomito, diarrea, eliminano il virus con gli escreti e i secreti e quindi guariscono, nei suinetti, in cui la malattia si presenta con diarrea acquosa, la morte sopraggiunge dopo 2-5 giorni dai primi sintomi. L'unica profilassi idonea a diminuire le perdite è la trasmissione della malattia alle scrofe gravide 2-3 settimane prima del parto, in modo che i suinetti che nascono risultino immuni. La malattia è presente soprattutto nell'America Settentrionale e in quella Centrale.

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