gastroscòpio

sm. [gastro-+-scopio]. Strumento utilizzato per l'esecuzione della gastroscopia. Si tratta di un particolare endoscopio (struttura tubolare, flessibile, a fibre ottiche), di dimensioni variabili (75-105 cm di lunghezza, per 8-12 mm di diametro), scelte sulla base della conformazione fisica dell'individuo da esaminare, per consentire l'esplorazione visiva diretta della cavità gastrica. Talora il gastroscopio è dotato, al livello dell'estremità esplorante, di apparecchiature miniaturizzate collegate con strumenti per la ripresa fotografica e cinematografica, consentendo di documentare i rilevamenti compiuti; inoltre rende possibile l'effettuazione di biopsie, per mezzo delle apposite pinze poste all'estremo distale, o di interventi che utilizzano la luce laser trasmessa attraverso le fibre ottiche del gastroscopio stesso. Tale apparecchiatura è stata usata anche per iniettare sostanze sclerosanti in varici esofagee o per posizionare palloncini all'interno dello stomaco, quali terapia per l'obesità patologica.

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