girondini

sm. pl. [sec. XIX; dal dipartimento francese della Gironde]. Appartenenti a un gruppo politico formatosi in Francia nel 1791 all'Assemblea Legislativa. Nonostante fosse stato fondato da J.-P. Brissot de Warville, che non era originario né conosceva il dipartimento della Gironde, il gruppo ne derivò il nome per i numerosi deputati di tale dipartimento che aderirono al gruppo, primi fra i quali Gensonné, Guadet e Vergniaud. A essi si aggiunsero il compatriota di Brissot, Pétion, l'allora influente sindaco di Parigi, e la celebre M.me Roland. Nacque così una specie di Comitato Direttivo che giocò un ruolo importante alla caduta della monarchia, causata da un'insurrezione popolare contraria ai loro piani politici moderati. Alla Legislativa i girondini, che costituivano l'ala sinistra, si trovarono opposti alla destra dei foglianti e non tardarono a scontrarsi anche con il gruppo dei giacobini, più legati al momento insurrezionale, di cui, del resto, furono i grandi beneficiari, e li accusarono di aspirare alla dittatura. I giacobini a loro volta accusarono i girondini di voler dividere la Francia in piccole repubbliche federative e di voler privare Parigi del suo ruolo di capitale. I parigini videro così nei girondini dei nemici dichiarati, tanto che il 2 giugno 1793, raccoltisi in armi e bloccate le uscite della Convenzione, costrinsero l'Assemblea a decretare l'arresto di ventinove dei loro capi, o come tali considerati. Otto di essi riuscirono a fuggire, per trovare la morte più tardi. Ventuno furono condannati e giustiziati il 31 ottobre 1793.

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