imām

sm. arabo. Nella religione islamica, titolo dato in origine a colui che dirigeva le preghiere, passato poi a designare il capo supremo dell'Islam, secondo i musulmani di osservanza sciita. L'imām è l'infallibile interprete della volontà di Dio. Egli è un discendente di ʽAlī, genero di Maometto, ma non è un semplice mortale, perché assistito in modo particolare da Dio (come vogliono gli zaiditi), o partecipe di un sia pur minimo elemento divino, secondo la dottrina degli sciiti duodecimani, oppure è un profeta del rango di Maometto, o addirittura una manifestazione di Dio in terra, secondo i Ghulah. Gli sciiti duodecimani, detti particolarmente imamiti per l'importanza fondamentale che annettono alla dottrina dell'imām, sono così chiamati perché fissano in numero di 12 gli imām, di cui l'ultimo è “nascosto” e in sua vece detiene il potere temporale un “capo del tempo”, come veniva chiamato dai fedeli lo shāh di Persia.

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