immaginàrio

Indice

Lessico

(lett. imaginàrio), agg. [sec. XIII; dal latino imaginaríus].

1) Che è effetto d'immaginazione; inesistente, fantastico: personaggio immaginario; supposto, ipotetico: pericolo immaginario; finto, simulato: malato immaginario; inventato dalla fantasia, leggendario: mostro immaginario.

2) In matematica, numero immaginario, numero che è la radice quadrata di un numero negativo, cioè è un x per cui è x²=–a (con a>0); punto immaginario, retta immaginaria, piano immaginario, elementi geometrici nella cui rappresentazione analitica intervengano numeri immaginari.

3) Per estensione, come sm., la facoltà dell'immaginazione e gli effetti che ne derivano, considerati nella loro estensione complessiva. In particolare, immaginario collettivo, le comuni attitudini all'immaginazione, la sensibilità fantastica di una determinata società.

Sociologia

L'analisi dell'immaginario, simbolico e sociale, costituisce uno degli sviluppi più promettenti della teoria contemporanea. Indagando il sistema dei simboli e delle rappresentazioni collettive è infatti possibile cogliere livelli non strutturali, ma estremamente significativi, dei comportamenti umani. Si supera così la concezione propria della filosofia idealistica, per cui il richiamo ai simboli e al ruolo dell'immaginazione rappresenta una traduzione deformata e deformante di valori accessibili solo alla comprensione degli intellettuali, e con essa, quella del marxismo volgare. Per quest'ultimo, l'immaginario rappresenta un caso di manipolazione utile alla riproduzione del potere e del tutto privo di interesse rispetto alla corposità dei processi economici. Simboli e linguaggi evocativi rappresentano, invece, un autentico sistema di informazioni, che agiscono sulla realtà sociale, favorendo comportamenti e interiorizzazione di significati. Lo studio dei dispositivi simbolici dell'immaginario fa emergere così elementi costitutivi essenziali del pensiero sociale. Si pensi, per qualche esempio, alla rappresentazione della città come luogo sociale del “Mondo Nuovo” nei pensatori utopisti, da Platone a T. Campanella, da T. Moro a F. Bacone sino ai profeti anarco-socialisti del sec. XIX. Oppure al significato della simbologia naturalistica e alchimistica nel quadro di una cultura a dominanza teologica come quella medievale (J. Le Goff), per non parlare delle simbologie politiche rivoluzionarie che si sviluppano in relazione alle fasi di più intensa mobilitazione collettiva.

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