individualismo

sm. [sec. XIX; da individuale]. Tendenza a sostenere e a far prevalere le esigenze individuali rispetto a quelle collettive. § In filosofia, dottrina che sostiene l'irrinunciabile valore dell'individuo e delle sue scelte di fronte alla società e allo Stato. Atteggiamento che pone l'accento sull'individuo, in tutti i suoi aspetti (interessi, volontà, opinioni, impulsi) fino a sminuire l'importanza della dimensione intersoggettiva e il rapporto del singolo con la società o con la collettività. Nell'individualismo vi è una connotazione usualmente negativa che denota la considerazione del singolo nel suo isolamento, scisso dal commercio con i suoi simili e con il mondo esterno, privo di relazioni e di legami e quindi sterilmente solo; positiva è invece la connotazione che pone l'accento sul singolo per sottolinearne la centralità e l'eccezionalità, senza che vengano negati i suoi rapporti con ciò che è altro da lui (il prossimo, la società, Dio), ma in questo caso si rientra piuttosto nel concetto di personalismo. Tipiche dottrine individualistiche furono in Grecia quelle sofistiche ed epicuree; in ambito moderno si è avuta la filosofia dell'individualità di Shaftesbury, le varie dottrine dell'individualismo “economico” e il “ritorno all'individuo” nei pensatori posthegeliani delle più varie tendenze (Schelling nella seconda fase del suo pensiero, Kierkegaard, I. H. Fichte, Renouvier, Stirner, Nietzsche, o gli esistenzialisti). Nella seconda metà del secolo XX alcuni filosofi individualisti come A. Rand, R. Nozick e M. N. Rothbard denominati anarco-capitalisti affermano il valore dell'individuo e della libertà individuale come bene politico supremo. Per tutelarla è necessario che le tradizionali istituzioni pubbliche siano sostituite da ordinamenti legali scelti dalle persone nel quadro di un mercato competitivo. R. Nozick rifacendosi alla tradizione liberale classica, (da J. Locke a J. S. Mill) sostiene la tesi di una libertà individuale quasi illimitata e presenta una serie di argomenti a favore dello “Stato minimo”. Il filosofo D. Antiseri in Relativismo, nichilismo, individualismo. Fisiologia o patologia dell’Europa? (2005) analizza l'individualismo nell'epoca contemporanea e ritiene che il relativismo e il nichilismo siano il “cancro dell'Occidente”.§ In pedagogia, è usato come termine polemico per designare le teorizzazioni che escludono dal proprio orizzonte la socialità dell'uomo o, più spesso, che tentano di ridurla entro i limiti angusti dell'individualità isolata. Nella pratica educativa il comportamento individualistico è quello che rifiuta pregiudizialmente la comunicazione interumana come fonte di sviluppo della personalità sociale e produce la competizione e l'antagonismo egoistico. § Nelle scienze sociali, per individualismo metodologico si intende un orientamento dell'analisi radicalmente critico nei confronti della tendenza ad astrarre leggi universali dall'osservazione di semplici regolarità statistiche. Lo studioso di scienze sociali – secondo i teorici dell'individualismo metodologico – non deve cioè aspirare a definire grandi sistemi di coerenza (come nelle teorie classiche), ma deve privilegiare l'osservazione del “caso per caso”, accontentandosi di elaborare modelli utili alla comprensione di una realtà sfuggente e complessa come quella delle comunità umane.

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