Lessico

sf. [sec. XVII; dal greco hypóthesis, supposizione].

1) Proposizione o concetto scelto quale punto di partenza per un'ulteriore elaborazione e che va poi comprovato dai risultati ottenuti attraverso il successivo svolgimento del ragionamento, dell'esperimento o del problema: essere ancora nel campo delle ipotesi, non possedere ancora nulla di certo; l'ipotesi più probabile è che abbia agito in preda alla follia. Nelle loc., nell'ipotesi che, nel caso che; per ipotesi, tanto per fare una supposizione. In particolare: A) nella metodologia scientifica, è detta ipotesi di lavoro un presupposto preliminare non provato, usato come base provvisoria per organizzare una ricerca. Se l'ipotesi abbraccia un campo di fenomeni abbastanza ampio, una volta verificata sperimentalmente e formulata in modo completo, essa si trasforma in una teoria.B) In, in un teorema, insieme delle condizioni che si ritengono verificate da un ente e che permettono, in base a considerazioni da esse deducibili, di ricavare relazioni proprie dello stesso ente; queste ultime costituiscono la tesi.

2) In teatro, breve compendio, in prosa o in versi, premesso dai grammatici greci all'edizione delle tragedie. L'ipotesi in prosa, più interessante di quella in versi, comprendeva, oltre all'argomento dell'opera, notizie sulle date di rappresentazione, i nomi degli attori e cenni critici. Tra gli autori di ipotesi si ricorda Aristofane di Bisanzio (sec. III-II a. C.). Il corrispondente latino prese il nome di argumenta.

Filosofia

Poiché esprime la provvisorietà del dato scelto come punto di partenza o della direzione di ragionamento assunta, l'ipotesi diventa attendibile solo quando, nella successiva dimostrazione, essa è stata provata come vera: in caso contrario è respinta. Nell'ambito della filosofia della scienza, alcuni autori hanno visto nell'ipotesi un puro elemento funzionale, senza alcun rapporto diretto alla realtà che vuole esaminare o scoprire, conferendole quindi un mero significato di strumento per una dimostrazione, priva di portata teoretica autonoma; altri invece hanno ammesso che un'ipotesi scientifica – in quanto punto di riferimento ineliminabile per ogni analisi – abbia già in sé una capacità rivelativa nei confronti della struttura di una realtà che sottintende e che interpreta, capacità però solo parziale e che perciò deve essere completata da un'ulteriore verifica. In ogni caso un'ipotesi, pur nella sua incertezza costitutiva, non può – affinché il suo uso sia legittimo – sottrarsi a un determinato insieme di rapporti, a quanto è già noto in un certo campo scientifico in cui essa viene usata, quale elemento essenziale per la sua verificabilità e per la sua effettiva portata scientifica.

Statistica

Supposizione relativa alla distribuzione e ai parametri di una popolazione. La prova, o verifica, o controllo delle ipotesi, una delle due forme di inferenza statistica, è l'insieme dei procedimenti che permettono di stabilire, in termini probabilistici, se una data ipotesi va accettata o rifiutata. In altri termini, nella prova delle ipotesi, si pongono a confronto due valori (una statistica campionaria con un parametro dell'Universo, o due statistiche campionarie fra loro) e, ricorrendo ad appositi test, si decide se la differenza fra essi non esiste, ossia è dovuta al caso (ipotesi nulla, indicata con il simbolo H0) oppure esiste, ossia è significativa (ipotesi alternativa, indicata con il simbolo H₁). Determinato a priori il livello di significatività della prova, cioè la probabilità assegnata al rischio di commettere un errore di prima specie, cioè rifiutare l'ipotesi nulla come falsa, mentre in realtà è vera, sulla base delle osservazioni campionarie si decide se accettare l'ipotesi nulla o quella alternativa, ritenendo dovuta al caso una differenza con probabilità di verificarsi per effetto del caso superiore al livello stabilito. La teoria della prova delle ipotesi è stata sviluppata in particolare da J. Neyman e E. S. Pearson.

Bibliografia

W. C. Heisenberg, Mutamenti nelle basi della scienza, Torino, 1944; J. Ullmo, La pensée scientifique moderne, Parigi, 1958; E. Nagel, The Structure of Science, Londra, 1961; K. R. Popper, Conjectures and Refutations, Londra, 1963; S. H. Winsted, Science. A Modern World, Cambridge, 1983.

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