mastoidite

sf. [sec. XIX; da mastoide+ -ite]. Flogosi acuta o cronica dell'apofisi mastoidea, dovuta in genere a malattie batteriche. Si dice primitiva quando si manifesta come localizzazione infiammatoria nel corso di un processo morboso; secondaria quando un'otite purulenta si estende per contiguità all'antro e alle cellule mastoidee, di solito in 2a-3a settimana. La mastoidite acuta è caratterizzata da edema e dolore in regione mastoidea, otorrea purulenta, rialzo della febbre, cefalea, malessere generale. In questo caso l'esame otoscopico evidenzia la caduta della parete postero-superiore del condotto uditivo osseo e l'estroflessione della membrana timpanica. La mastoidite cronica rappresenta quasi sempre una complicazione di otite media cronica a perforazione postero-superiore del condotto uditivo osseo; è caratterizzata da cefalea sorda temporo-parietale con ricorrenti esacerbazioni, otorrea fetida a volte scarsa, a volte abbondante con saltuarie acutizzazioni, talora fistolizzazioni retroauricolari o nel condotto uditivo; può complicarsi con sindromi di vertigine e paresi del nervo facciale. La diagnosi delle mastoiditi si vale dell'indagine clinica e radiologica. La terapia è antibiotica ad alte dosi e chirurgica (mastoidectomia) semplice o radicale secondo l'estensione del processo.

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