mediatizzazióne

sf. [sec. XX; da mediare]. Concetto che implica il ruolo preminente acquisito dai mezzi di comunicazione di massa nella costruzione sociale della realtà. Ruolo che si viene definendo in virtù della constatazione secondo cui televisione, cinema, stampa e radio concorrono nel fornire all'opinione pubblica gran parte delle informazioni relative alla realtà esterna (processo di cumulazione). La diffusione capillare dei mezzi di comunicazione veicola, inoltre, opinioni e convinzioni che contribuiscono all'elaborazione mediata della realtà (processo di onnipresenza) anche in conseguenza del fatto che le diverse fonti mediali concorrono nel convogliare messaggi simili (processo di consonanza). Il ruolo dei media nel creare “una realtà di seconda mano” contribuisce, nel lungo periodo dell'esposizione, a strutturare nuove mappe di valori e a fornire determinate informazioni. L'aspetto sottolineato con maggior forza dai teorici della mediatizzazione è quello relativo all'ipotesi secondo cui i media avrebbero il potere di stabilire la presenza e la priorità degli argomenti all'ordine del giorno, iscrivendo nell'agenda di ciascuno gli appuntamenti con i temi cui prestare maggiore attenzione e sui quali formarsi un'opinione (teoria dell’agenda setting). L'azione dei media nel contribuire a instaurare un clima di consenso o dissenso, producendo conformità o devianza, è tanto più pervasiva quanto più deboli e sguarnite appaiono le fasce sociali cui si rivolgono. Gli studi di scienza politica e sociologia politica, in questo senso, hanno fin dagli anni Settanta attribuito una particolare rilevanza all'influenza esercitata dal processo di agenda setting sui percorsi che conducono alla decisione istituzionale o amministrativa. È chi “produce l'agenda” che seleziona priorità, orienta soluzioni e determina procedure coerenti con le proprie finalità. Di qui, fra l'altro, la crescente attenzione dei politologi al ruolo di vera e propria “classe politica” assunto dagli operatori dell'informazione. La teoria degli scarti di conoscenza sostiene in proposito che la crescita dei livelli di conoscenza è relativamente più elevata fra i segmenti di pubblico di status socio-culturale superiore che possono effettivamente accedere a una pluralità di fonti informative. Che la televisione abbia apportato un grande cambiamento nell'operato degli altri media è sostenuto dagli studi che sanciscono il loro “potere forte”. Più in particolare, all'ampia risonanza da parte dei mezzi di comunicazione della concezione dominante dell'opinione pubblica, fa riscontro una minore possibilità di espressione per quei soggetti – la minoranza – che vi si oppone. Si accelera così l'effetto di potente amplificatore della televisione che innesca una sorta di “spirale del silenzio” da cui emerge chi riesce a far sentire con più forza la propria voce e soccombe chi, temendo di restare isolato rispetto alla maggioranza, si conforma all'opinione dominante (teoria della spirale del silenzio). Tra i media moderni, quello televisivo ha conquistato una collocazione così centrale nella vita quotidiana da rappresentare lo strumento privilegiato – o persino esclusivo – attraverso cui si produce il nostro ambiente simbolico, inteso come l'insieme delle rappresentazioni del mondo che noi possediamo e alle quali attribuiamo un significato orientato dall'azione di agenda e di costruzione semantica del mezzo. Con i suoi messaggi, la televisione influenza potentemente la nostra esperienza personale e rende tendenzialmente obsoleti, o comunque subalterni, gli altri strumenti di conoscenza del mondo a nostra disposizione. La televisione, secondo la teoria della coltivazione, alimenta, fin dall'infanzia, predisposizioni e concezioni che si sostituiscono a tutti gli effetti alle fonti primarie della socializzazione (educazione familiare e religiosa, apprendimento e formazione scolastica, comunicazioni con i gruppi di età, ecc.), svolgendo una funzione mediatrice della cultura e dell'educazione. In tal modo, gli spettatori sviluppano la convinzione che la realtà sia fedele a quella proposta dalla televisione, specie nelle trasmissioni di fictione di informazione.

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