mercenàrio

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Lessico

agg. e sm. (f. -a) [sec. XIII; dal latino merce(n)naríus, da merces, mercede]. Di persona che presta la sua opera per denaro e dell'opera così prestata: allattamento mercenario, quello della balia (opposto a materno). Per lo più spregiativo, disposto a vendersi, prezzolato, venale: giornalista, spirito mercenario; i mercenari dell'arte; una mercenaria di corte, una prostituta. In senso storico, riferito al soldato che esercitava il mestiere delle armi professionalmente e dietro corresponsione di un compenso in denaro: una banda di mercenari; milizie mercenarie.

Cenni storici

I mercenari comparvero in Grecia dal sec. VIII al VI a. C., quando i tiranni Pisistrato e Policrate sostennero il potere anche con armi prezzolate. Scomparsi con la caduta dei tiranni, i mercenari ricomparvero in Grecia all'epoca delle guerre peloponnesiache e furono i protagonisti della spedizione di Ciro il Giovane contro il fratello Artaserse II (401 a. C.), le cui vicende sono narrate nell'Anabasi di Senofonte. Da quell'epoca i mercenari fecero stabilmente parte degli eserciti greci. Il mercenarismo, non ancora accettato dall'esercito romano dell'età classica, fu esteso nell'epoca imperiale e dal sec. II d. C. i mercenari furono reclutati fra i barbari e militavano sotto i loro capi. Il loro numero andò sempre aumentando fino a quando diventarono assolutamente prevalenti nell'esercito romano che allora mutò completamente il suo aspetto. Il mercenarismo ebbe grande sviluppo nel Medioevo; esempi cospicui se ne hanno dall'epoca di Carlo Magno fino a quella di Federico II poiché lo stato di guerra quasi endemico costringeva i vari potentati ad avere sempre alla mano corpi di truppa allenati e sperimentati. Anche i comuni, che ebbero dapprima solo milizie cittadine, arruolarono in seguito anche mercenari quando le truppe civiche apparvero insufficienti per le necessità della guerra. All'epoca delle signorie (sec. XIV) i mercenari si organizzarono nelle temibili compagnie di ventura che combattevano per il “signore” che le aveva assoldate. Nel sec. XVI con la costituzione delle grandi monarchie e con il sempre più accentuato prevalere della fanteria sulla cavalleria, i mercenari divennero un'istituzione stabile, erano cioè arruolati e pagati anche in tempo di pace. Fino alla Rivoluzione francese essi furono presenti nei grandi eserciti europei, ma arruolati dallo Stato e inquadrati da ufficiali del re. Durante la guerra dei Trent'anni (1618-48) il mercenarismo era largamente praticato dai colonnelli che arruolavano e mantenevano i reggimenti a loro spese. Questo fenomeno non era però più avvertibile negli eserciti del sec. XVIII, nei quali coesistevano milizie nazionali e milizie mercenarie, dando vita a quegli eserciti detti “di caserma”, tipici dell'epoca pre-rivoluzionaria. In quei secoli si assistette anche a forme nuove di mercenarismo che vedeva l'arruolamento degli uomini contrattato direttamente dagli Stati. Tipico il caso della Svizzera, dove il governo nazionale cedeva a un altro Stato, sotto precise clausole d'ingaggio, quegli uomini che la povertà dell'economia locale spingeva al mestiere delle armi. Gli Svizzeri furono sempre ottimi soldati di fanteria, ma nel sec. XVIII assunsero grande fama anche i mercenari tedeschi e irlandesi. Queste truppe mercenarie presentavano, a chi le arruolasse, il grande vantaggio di fornire reparti bene addestrati e con vasta esperienza bellica e che, se regolarmente pagati, si dimostravano sempre buoni combattenti. La Rivoluzione francese, con le sue leve in massa, e soprattutto poi le riforme militari prussiane sostituirono l'esercito nazionale alle truppe arruolate a contratto. Tuttavia, pure in dimensioni alquanto ridotte, il fenomeno del mercenarismo continuò anche nel secolo scorso; l'esercito del Regno delle Due Sicilie, infatti, ancora nella campagna contro Garibaldi, nel 1860, mise in campo reggimenti di mercenari svizzeri. In epoca più recente il mercenarismo militare ebbe la sua massima espressione in alcuni caratteristici corpi come la Legione Straniera. Le ragioni della persistenza di questa particolare forma di mercenarismo sono da ricercarsi essenzialmente nella necessità di avere alla mano truppe che mediante una lunga ferma acquistassero tutta l'esperienza necessaria per speciali operazioni militari poco accette ai militari di leva, come le guerre coloniali. Dopo la seconda guerra mondiale il mercenarismo ha avuto un rigoglioso rifiorire presso quelle fazioni che hanno dilaniato gli Stati di nuova formazione, specialmente africani. Le parti in lotta hanno spesso arruolato soldati di altri Paesi, spesso ex combattenti della guerra mondiale. Costoro, frequentemente longa manus di potenze ex coloniali o ansiose di porre un'ipoteca politica sui nuovi Stati, hanno messo a disposizione dei potentati indigeni, in cambio di altissime paghe o di altri vantaggi, la loro esperienza bellica e la loro tecnica di combattimento.

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