missionàrio

Indice

Lessico

sm. (f. -a) [sec. XVIII; da missione]. Sacerdote, religioso, indigeno o straniero, che si dedica all'evangelizzazione dei non cristiani: missionario cattolico; missionario protestante. Fig., chi si dedica alla diffusione di un alto e nobile ideale: missionario di pace. Come agg., proprio di tale attività apostolica: suora missionaria; opere missionarie; propaganda missionaria; carità missionaria; spirito missionario.

Cenni storici

L'impegno missionario che si fonda sul comandamento di Cristo (Marco 16,15) e s'ispira al principio della necessità della fede, resa possibile dall'“ascolto” del Vangelo (Epistole ai Romani, 10,14 e seguenti), “partecipa della vita e della missione” di Cristo. Dopo l'opera degli Apostoli e dei discepoli fra i Giudei e nel mondo ellenistico romano, nel Medioevo i missionari evangelizzarono le stirpi germaniche e slave. I francescani e i domenicani si spinsero nella Mongolia e nella Cina (Giovanni da Montecorvino, m. 1328) e nell'Africa settentrionale musulmana (Lorenzo Lullo, m. 1316). Nell'evo moderno i missionari raggiunsero le Indie e il Giappone (s. Francesco Saverio, m. 1552), il Canada (con i recolletti francescani, 1615, e i gesuiti, 1625) e l'America Meridionale (“Stato gesuita” del Paraguay). I gesuiti Roberto De Nobili in India (dal 1606), Matteo Ricci (m. 1610) e J. Adam Schall von Bell (m. 1666) in Cina istaurarono il nuovo metodo missionario di “accomodamento” alla cultura locale. Il sec. XIX iniziò l'epoca missionaria più importante con l'espansione soprattutto in Africa (Guglielmo Massaja, m. 1889). Il Concilio Vaticano II (Ad Gentes, 1965) ha indicato che la preparazione intellettuale e apostolica dei missionari si completi nel luogo di missione per apprezzarne la cultura.

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