mortàio

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; latino mortaríum].

1) Recipiente di legno, marmo, metallo o altra materia, usato per la polverizzazione di sostanze solide mediante azione manuale o meccanica di un pestello dello stesso materiale. Fig.: pestar l'acqua nel mortaio, far cosa inutile.

2)Mortaio della bussola, la parte inferiore, foggiata a mortaio, della cassa della bussola.

3) Ant., buca quadrata usata per la concia dei cuoi.

4) Arma a traiettoria alta con anima lunga meno di 12 calibri, atta a sparare con un'elevazione superiore a 45º.

5) In anatomia, mortaio tibio-peroneo o tibio-fibulare, la superficie articolare di forma concava, formata dai capi distali della tibia e del perone, con cui entra in rapporto la troclea dell'astragalo.

Tecnica militare

"Per il mortaio da 81 mm. vedi disegno al lemma del 13° volume." I moderni mortai derivano dai lanciabombe e dalle bombarde della prima guerra mondiale. Sia i mortai classificati tra le artiglierie, sia quelli di calibro minore, effettuano il tiro con valori di alzo superiori ai 45º che determinano traiettorie molto curve atte a battere bersagli defilati scavalcando gli ostacoli interposti. I mortai più comuni sono ad avancarica, ad anima liscia e lanciano con carica variabile bombe stabilizzate per impennaggio. A seconda del calibro vengono usualmente suddivisi in: leggeri, di calibro inferiore ai 60 mm, peso intorno ai 18 kg, bomba di peso tra i 500 e i 1500 g, gittata massima tra i 500 e i 2000 m; medi, di calibro compreso tra i 60 e i 90-100 mm, peso tra i 35 e i 65 kg, bomba tra i 3 e i 7 kg, gittata massima tra i 2000 e i 6000 m; pesanti, di calibro superiore ai 100 mm, peso oltre i 90 kg, bomba di peso superiore ai 7 kg, gittata massima superiore ai 6000 m; mortai da 240 mm e da 280 mm sono destinati al lancio di ordigni nucleari. "Il disegno schematico di mortaio da 81 mm è a pag. 193 del 15° volume." . La maggior parte dei mortai leggeri e medi è costituita da sole quattro parti principali: bocca da fuoco, piastra, affusto e apparato di puntamento. La bocca da fuoco è un tubo di acciaio chiuso a un'estremità nella quale ha sede un percussore fisso. La bocca da fuoco è unita a una piastra metallica che poggia sul terreno scaricandovi l'energia di rinculo. L'affusto è generalmente costituito da un bipiede con una delle gambe regolabile per correggere gli sbandamenti. L'apparato di puntamento è solitamente costituito da un alzo a tamburo e da un cannocchiale panoramico. Per il tiro, la bomba viene introdotta dalla volata, cade liberamente fino a urtare il percussore che fa esplodere la carica di lancio. I mortai più grandi che siano mai stati realizzati sono l'americano Little David e i tedeschi Karl Mörser. Il primo, realizzato nel 1944 e rimasto allo stadio di prototipo, era in postazione a pozzo, aveva un calibro di 914 mm, anima rigata, e lanciava bombe da 1660 kg. Molto più interessanti i Karl, usati in guerra negli assedi di Sebastopoli e di Brest-Litowsk, che, originariamente in calibro 600 mm, furono ritubati in 540 mm per portare la gittata da 6,8 a 10 km. Si trattava di pezzi semoventi cingolati, del peso di 115 t per il 600 mm e 123 per il 540 mm, con un motore da 580 HP che consentiva una velocità di 10 km/h, sufficiente per muoversi sul terreno operativo. Per i trasporti lunghi si usava la ferrovia, con carrelli a rulli di 60 tonnellate. In seguito alle esperienze riportate sui campi di battaglia delle varie aree di crisi apertesi a partire dall'inizio degli anni Novanta, si è registrata una comune tendenza in molti eserciti occidentali a ripristinare l'uso di mortai di piccolo calibro impiegabili individualmente da un solo militare per l'appoggio di azioni limitate e a cortissima distanza, assimilabili ai lanciabombe del primo e secondo conflitto mondiale.

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