Lessico

sf. [sec. XIX; dal latino nubes].

1) Grande massa di goccioline d'acqua o di cristalli di ghiaccio che si formano ad una certa altezza dalla superficie terrestre per condensazione del vapor acqueo presente nell'atmosfera; nuvola: cielo coperto di nubi; nubi alte; nubi basse.

2) Per estensione, insieme di vapori diversi: Nubi di Magellano, in astronomia, vedi Magellano, Nubi di-; nube ardente, in vulcanologia. Per analogia, di ciò che ha forma e aspetto simili: una nube di polvere, di fumo.

3) Fig., ostacolo, impedimento alla visione o alla conoscenza: una nube di mistero; quanto può alterare anche momentaneamente uno stato di benessere o di serenità spirituale: fosche nubi si addensano sul nostro futuro; una gioia senza nubi.

4) In fisica atomica, nube elettronica, o involucro elettronico, l'insieme degli elettroni che circondano il nucleo in un atomo.

Meteorologia: generalità

La formazione delle nubi, che sono simili alle nebbie ma si formano a quote maggiori, è dovuta al raffreddamento di masse d'aria umida che salgono in quota spinte da moti ascendenti. Le masse d'aria si espandono adiabaticamente raffreddandosi fino a raggiungere il punto di rugiada: se interviene un ulteriore abbassamento di temperatura si ha la condensazione del vapor d'acqua in eccesso. Perché il vapor d'acqua si condensi è necessaria la presenza di nuclei di condensazione (particelle di polvere e di fumo, pollini, sabbia, ecc.) intorno ai quali si formano le goccioline o i cristalli di ghiaccio. In assenza dei nuclei vi può essere anche eccesso di vapor acqueo senza che sia possibile la condensazione (condizione di soprassaturazione). Oltre che per raffreddamento adiabatico, vi possono essere nubi che si formano per progressivo raffreddamento di masse umide che passano sopra regioni a temperature più basse. Le nubi si formano con maggior frequenza tra i 1000 e 2000-2400 m: in questo intervallo le nubi dette basse hanno anche la massima densità e sono costituite prevalentemente da goccioline d'acqua; tra 2-3000 e 6000 m (nubi medie) sono meno dense e costituite sia da gocce d'acqua sia da cristalli di ghiaccio; tra 6000 e 12-13.000 (nubi alte) le nubi sono formate prevalentemente da ghiaccio e hanno densità minima. L'aspetto di una nube dipende dalla natura degli elementi che la compongono e dalla loro distribuzione: le nubi d'acqua hanno forme più definite e contorni netti, le nubi di ghiaccio hanno forme sfilacciate e contorni indefiniti. In base al loro aspetto le nubi possono essere raggruppate in quattro tipi caratteristici: cirrus (cirro, ciocca di capelli) , cumulus (cumulo, ammasso) , stratus (strato) , nimbus (nembo, nube temporalesca). Un'altra grande divisione delle nubi si può fare in base al processo di formazione. Si distinguono così due categorie: nubi cumuliformi e nubi stratiformi. Le prime, dette anche nubi di convezione, sono in relazione con correnti a prevalente componente verticale quali quelle che si generano in seguito a violente perturbazioni cicloniche o a surriscaldamento per insolazione di masse d'aria al suolo. Correnti ascensionali si possono produrre anche quando vengono a contatto masse d'aria a diversa velocità. È il caso di correnti che giungono dal mare sui continenti dove vengono rallentate dall'attrito esercitato dal suolo: le masse d'aria che le seguono sono allora costrette a salire per superare l'ostacolo degli strati d'aria più lenti. Se gli strati d'aria oltre che a velocità diverse sono anche a diversa temperatura, la rapida condensazione delle correnti in ascesa può sviluppare tanto calore che le nubi formatesi possono trovarsi a temperatura superiore rispetto a quella dell'aria circostante e proseguire quindi il moto ascendente fino a raggiungere notevoli altezze. Le nubi stratiformi sono invece in relazione a correnti a prevalente componente orizzontale. Si distinguono a loro volta in tre tipi: nubi orografiche, formatesi per sollevamento di aria umida lungo i pendii collinari e montuosi: hanno forma lenticolare e spesso presentano caratteristiche ondulazioni (nubi ondulate); nubi dovute a lenta risalita di una massa d'aria che scorre su un'altra: sono le nubi responsabili della maggior parte delle precipitazioni atmosferiche; nubi dovute a rimescolamento di masse d'aria diverse: a contatto con il suolo si manifestano come nebbie. Una più completa classificazione è quella seguita dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale che divide le nubi in 10 generi e numerose specie e varietà, in base alla quota, alla forma e ai processi genetici.

Meteorologia: nubi madreperlacee

Costituite da minuti cristalli di ghiaccio, si formano nella stratosfera a un'altezza compresa tra 20 e 30 km. Di forma in genere lenticolare, si possono osservare alle alte latitudini in condizioni di bassa pressione durante la stagione invernale. Presentano caratteristiche iridescenze dovute a fenomeni di diffrazione della luce solare, che le rendono visibili anche dopo il tramonto.

Meteorologia: nubi nottilucenti

Sono costituite da polvere meteorica, probabilmente ricoperta da una sottile pellicola di ghiaccio, che si formano tra 60 e 80 km d'altezza, nel periodo estivo alle medie e alte latitudini, hanno colore blu-argenteo ed emettono luce polarizzata. Sono così chiamate perché visibili durante il lungo crepuscolo delle regioni circumpolari.

Vulcanologia

Nube ardente, sospensione di materiali solidi roventi o fusi in una massa gassosa di elevata temperatura, liberata attraverso lo squarcio laterale di un edificio vulcanico o per trabocco dal cratere. Una tale sospensione, molto densa per la presenza di frammenti litici e brandelli fusi di svariatissime dimensioni, può, secondo la direzione e l'intensità dell'attività esplosiva, rotolare lungo le pendici espandendosi rapidamente così da raggiungere velocità elevatissime, di alcune centinaia di km/h, se l'esplosione si è manifestata in senso più o meno orizzontale (nubi ardenti discendenti), può essere lanciata a grande altezza, 3-4000 m, da una violentissima esplosione diretta in senso verticale, per poi ricadere e scendere all'intorno (nubi ardenti ricadenti), oppure semplicemente traboccare da spaccature quando la forza ascensionale dell'esplosione è appena in grado di sollevare il miscuglio all'esterno (nubi ardenti traboccanti). La formazione di nubi ardenti è legata in particolare all'eruzione di magmi viscosi e alla costituzione di cupole di ristagno e protrusioni solide: soprattutto in queste condizioni sono possibili infatti l'accumulo e la concentrazione delle enormi quantità di gas necessari. Dal deposito delle nubi ardenti prendono origine particolari tipi di rocce tra cui le ignimbriti e i tufi saldati.

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