osservazióne

sf. [sec. XIV; da osservare]. Atto dell'osservare: osservazione attenta, affrettata; osservazione strumentale; ipotesi degna di osservazione. Nelle loc.: tenere in osservazione, sotto controllo, detto specialmente a proposito di sospetti ammalati contagiosi o di soggetti i cui mali non sono ancora stati diagnosticati; spirito di osservazione, acutezza, perspicacia nel cogliere elementi e aspetti particolari, caratteristiche anche poco appariscenti ma degne di successivi esami e ricerche. In particolare, attento esame di un fenomeno; complesso di operazioni coordinate per approfondire la conoscenza di una data realtà: osservazione astronomica; l'osservazione è alla base della scienza. § Osservazioni astronomiche, i rilievi effettuati, visivamente o fotograficamente, sugli oggetti celesti, generalmente negli osservatori astronomici, o, comunque, con strumenti astronomici quali telescopi o cannocchiali . Per estensione, il risultato dell'osservare sintetizzato in un giudizio, in una critica; considerazione, riflessione: osservazione acuta, originale, banale; mi dirai le tue osservazioni su questo libro; anche rimprovero, ammonimento: fare, ricevere un'osservazione; non accetto osservazioni da te. § In filosofia l'osservazione è lo strumento della conoscenza sperimentale; opposta a esperienza, indica il presentarsi spontaneo di un fatto, non suscitato da un programma di controllo; oppure l'accertamento programmato di un fenomeno in opposizione all'esperienza ingenua, priva di guida e controllo. Il primo senso prevalse nel sec. XIX; il secondo nel pensiero contemporaneo. § Nella terminologia militare, attività diretta a raccogliere dati informativi, ad acquisire obiettivi e a controllare e aggiustare il tiro. Si distingue in terrestre ed aerea, in diretta (a vista) e indiretta (fotografica). L'osservazione diurna si avvale di strumenti ottici, quella notturna richiede inoltre mezzi appropriati (razzi illuminanti, stazioni fotoelettriche, apparati all'infrarosso). Anche il radar è recentemente entrato a far parte dei mezzi di osservazione (radar terrestri, radarfotografia aerea). § Nelle scienze umane e sociali, per osservazione si intende un rapporto consapevole con la realtà, orientato da criteri metodici di rilevazione dei dati e di selezione delle informazioni. Fine di tale rapporto è la produzione di una conoscenza, resa possibile da procedure che garantiscano l'attendibilità dell'osservazione stessa e ne rendano possibile la verifica, l'utilizzazione, la divulgazione. Nelle scienze umane e sociali – superata la fuorviante contrapposizione fra osservazione ispirata alla conoscenza del presente e osservazione finalizzata alla conoscenza storica – si pongono concreti problemi di analisi e descrizione degli stati mentali (o di coscienza), dato che il soggetto osservante attribuisce un significato alle proprie azioni che non è immediatamente percepibile dall'esterno. Di qui la posizione radicale degli psicologi comportamentisti, che ritengono possibile e scientificamente fondata soltanto l'osservazione del comportamento esterno. Per i sociologi si tratta piuttosto di misurare e quantificare le manifestazioni che ogni individuo associa ai propri stati interiori. È il caso delle opinioni, delle credenze, degli atteggiamenti ricostruibili attraverso indicatori empirici, come nel trattamento statistico delle risposte a un questionario.