pìllola

sf. [sec. XIV; dal latino pi(l)lŭla, dim. di píla, palla]. Forma farmaceutica più o meno sferica destinata a veicolare farmaci per via orale. Fig., cosa sgradita, situazione difficile da accettare e da sopportare, dispiacere: ingoiare una pillola amara; zuccherare o indorare la pillola, cercare di rendere meno spiacevole un danno o un fastidio che si arreca ad altri, presentandolo nel modo migliore o compensandolo con qualche vantaggio; scherzoso: in pillole, a piccole dosi, a rate; talvolta ironico: cultura in pillola, spicciola, frammentaria. § Le pillole si preparano in diversi modi: riducendo l'impasto medicamentoso prima in lunghi tratti cilindrici (maddaleoni) e quindi per successive divisioni in parti tondeggianti di determinata grandezza; partendo da animelle di eccipiente inerte ricoperte in bassina con strati di sostanze medicinali; col metodo della goccia, cioè incorporando il farmaco in un eccipiente a basso punto di fusione e facendo sgocciolare la massa in un liquido che non la sciolga e che abbia temperatura e peso specifico inferiori alla massa; per fenomeni di tensione superficiale la goccia assume la forma sferica. Le pillole vengono infine rivestite in bassina con eccipienti inerti (licopodio, talco, zucchero, ecc.) allo scopo di mascherare sapori e odori e per migliorarne la conservabilità.

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