parafiscalità

sf. [para-+fiscalità]. L'insieme delle tasse e contributi riscossi da enti pubblici e organi statali autonomi in virtù del potere loro delegato dallo Stato e destinati non a coprire spese d'interesse generale ma a soddisfare fini economici (parafiscalità economica) e fini sociali (parafiscalità sociale) nell'interesse specifico di coloro che li pagano. Essi costituiscono una larga parte della finanza tributaria accanto alla finanza fiscale dello Stato e degli enti pubblici territoriali. Hanno diritto alla parafiscalità gli enti mutualistici, gli enti provinciali del turismo, le aziende autonome di soggiorno, le camere di commercio, i consorzi obbligatori, gli enti autonomi non territoriali di vario tipo. I tributi parafiscali, diversamente da quelli fiscali che riguardano la generalità dei cittadini, sono in relazione a specifici bisogni di alcune categorie di cittadini. Le entrate parafiscali, inoltre, per la loro precisa destinazione, vengono amministrate autonomamente. In generale si tratta di una forma di contribuzione diffusa in regime d'interventismo economico e sociale, con l'estendersi dei fini pubblici e dei bisogni della collettività, con la maggiore articolazione assunta dalla finanza statale che delega alcuni poteri e attività e con l'affermarsi della disciplina pubblicistica alle attività previdenziali e sociali. Alcuni studiosi ritengono che l'attività parafiscale s'identifichi con quella fiscale, facendola rientrare nella finanza della pubblica amministrazione.

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