cuneo fiscale

Con il termine si definisce un indicatore degli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori, sull'occupazione e sul mercato del lavoro. Espresso in percentuale rispetto al costo del lavoro, secondo la definizione OCSE è “il rapporto tra le tasse pagate da un lavoratore medio e il costo totale del lavoro per il datore di lavoro”. Per il suo calcolo, il lavoratore viene presupposto come singolo, senza figli. Il suo valore medio indica quanto le tasse sul lavoro scoraggino o incoraggino l'assunzione. Il cuneo fiscale in Italia è composto da imposte dirette, indirette e contributi previdenziali. Secondo il rapporto OCSE “Taxing Wages 2020” (riferito ai dati 2019), il cuneo fiscale in Italia è molto elevato. Il rapporto mostra un valore medio del cuneo fiscale nei 36 Paesi OCSE pari al 36%; l’Italia registra la terza percentuale più alta, considerando un lavoratore single e senza figli, con un 48%; prima figurano soltanto Belgio (52,2%) e Germania (49,4%). Al fine di analizzare il cuneo fiscale in termini reali, è necessario trarre ulteriori informazioni dalla fonte "Revenue Statistics" dell’Eurostat, dalla quale si evince l’aliquota media sulle imposte indirette, pagate cioè sulla produzione e sulla vendita di beni e servizi, in primo luogo l’IVA e le accise. Il tema del taglio del cuneo fiscale è costantemente oggetto del dibattito politico e tra le parti sociali poiché, se realizzato, prospetta tre possibili scenari: una riduzione del costo del lavoro per le imprese, a fronte del medesimo stipendio netto per i lavoratori; un medesimo costo del lavoro per i datori di lavoro a fronte, però, di uno stipendio più alto dei lavoratori, con un conseguente incremento di consumo, risparmio e investimenti; un taglio che consenta vantaggi di cui beneficino sia le imprese, sia i lavoratori dipendenti. Tra il 2020 e il 2021 sono stati compiuti alcuni passi verso la riduzione del cuneo, ma il gap tra il dato italiano e la media OCSE resta elevato: a fronte del medesimo stipendio lordo, il netto per un lavoratore italiano è significativamente più basso. Nel 2021 il governo Draghi ha stanziato un fondo di 8 miliardi di euro annui (a decorrere dal 2022) destinato a ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi, attraverso un abbattimento dell’IRPEF o dell’IRAP.

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