parapsicologìa

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sf. [para-+psicologia]. Termine che, dal congresso di Utrecht (1953), ha sostituito quello di metapsichica adottato da Ch. Richet (1912), per designare la disciplina che studia, secondo le regole della metodologia scientifica, quei fenomeni che in tempi passati sono stati definiti “occulti” e variamente denominati come “lettura del pensiero”, “veggenza”, “profezia”, “infestazione”, “seconda vista”, ecc. Nel suo procedere la parapsicologia adotta due metodi principali: il metodo clinico, cioè lo studio dei fenomeni che si producono spontaneamente in ambienti “naturali”, e il metodo sperimentale, basato sulla loro riproduzione in ambienti controllati e sullo studio sistematico delle loro caratteristiche. Lo scopo della ricerca parapsicologica moderna è di ottenere una comprensione di questi fenomeni che non si fondi sulle credenze occultistiche e spiritiche a cui essi sono stati finora arbitrariamente ricondotti, ma piuttosto su una teoria generale e logicamente coerente, derivata dall'osservazione empirica. Dallo studio dei fenomeni paranormali spontanei, la parapsicologia ha derivato due ipotesi generali, quella della percezione extrasensoriale (PES o ESP nell'abbreviazione inglese, da extrasensory perception), e quella della psicocinesi (PC o PK nell'abbreviazione della forma inglese psychokinesis che è sinonimo, oggi più usato, di telecinesi, termine indicante la possibilità di movimento di oggetti influenzati dalla sola forza del pensiero). Secondo la prima ipotesi, gli organismi viventi, e in particolare l'uomo, hanno la capacità di percepire la realtà esterna, oltre che con gli apparati sensoriali tradizionalmente riconosciuti, anche con processi da questi indipendenti. L'ESP si attua secondo tre diverse modalità: telepatia (percezione di fenomeni mentali di altri organismi viventi), chiaroveggenza (percezione di stati di fatto non mentali) e precognizione (percezione di fenomeni mentali o di stati di fatto futuri). L'ipotesi della psicocinesi dice invece che gli organismi viventi hanno la capacità di influire su sistemi fisici senza il concorso delle normali modalità motorie o di altre caratteristiche fisiche a esse inerenti (come per esempio il calore corporeo). Fenomeni d'interesse parapsicologico risalgono a tempi molto antichi e se ne trovano resoconti in una vasta letteratura, ma è solo nella seconda metà del sec. XIX che vengono prese iniziative di studio critico. In questo senso appaiono tuttora interessanti i contributi di singoli studiosi quali W. Crookes, C. Flammarion, C. Lombroso, C. Richet e altri, e quelli, più sistematici e continuativi, di società private sorte con la precipua finalità di stabilire l'autenticità o meno di tali fenomeni. Tra queste vi è, prima fondata (1882), la Society for Psychical Research di Londra, seguita poi da analoghe istituzioni in altri Paesi occidentali. Nel 1935 W. McDougall e G. B. Rhine crearono il Laboratorio Parapsicologico della Duke University (USA). Qui un ristretto gruppo di ricercatori guidato da Rhine dette inizio a estese indagini sulla percezione extrasensoriale, avvalendosi delle classiche carte di Zener (52 carte, ciascuna delle quali reca uno di una serie di 5 simboli: croce, cerchio, stella, quadrato, linee ondulate): l'indagine consiste nell'analizzare la consistenza di fenomeni di telepatia, chiaroveggenza e precognizione per soggetti sottoposti a test d'indovinamento dei simboli Zener. Nel secondo dopoguerra, mentre nascono centri di ricerca, istituti e cattedre universitarie non solo negli Stati Uniti, ma in altri Paesi (nei Paesi Bassi, a Utrecht, con W. C. Tenhaeff; in Germania, a Friburgo, con H. Bender; in URSS, a Leningrado, con L. L. Vassiljev), Rhine e il suo gruppo presero in esame l'ipotesi della psicocinesi. Gli anni Cinquanta e Sessanta vedono un rinnovato interesse per la percezione extrasensoriale, di cui si cercano i rapporti con la personalità e gli atteggiamenti dei soggetti, e con i legami affettivi che essi stabiliscono. Verso la metà degli anni Sessanta si afferma la tendenza ad abbandonare lo sperimentalismo rigido del periodo precedente: mentre, grazie soprattutto all'introduzione di ausili tecnici di vario genere, l'indagine clinica risorge su basi più solide dando quei contributi di carattere qualitativo che il puro esperimento nega (valgano da esempio le indagini su casi di “infestazione” svolte dai gruppi di H. Bender e di J. G. Pratt e B. Roll), la ricerca sperimentale comincia ad abbandonare la classica tecnica rhiniana delle carte Zener, preferendo le condizioni più motivanti e coinvolgenti per i soggetti: risalgono a questo periodo le esperienze di telepatia “onirica” di S. Krippner e M. Ullman, le esperienze di H. Schmidt con casualizzatori elettronici di alta precisione, le ricerche di altri studiosi volte a stabilire i rapporti tra percezione extrasensoriale e stati di coscienza. Negli ultimi decenni il movimento parapsicologico si è caratterizzato per una diffusione mondiale e un pluralismo di indirizzi di ricerca imprevedibile all'epoca pionieristica dei primi studi rhiniani. Degna di menzione è l'esistenza di un'associazione professionale internazionale dei parapsicologi, la Parapsychological Association di New York, legata dal 1969 all'American Association for the Advancement of Science.

S. G. Soal, F. Bateman, Modern Experiments in Telepathy, Londra, 1954; H. Bender, Parapsycologie-Entwicklung Ergebnisse Probleme, Darmstadt, 1966; K. R. Rao, Parapsicologia Sperimentale, Roma, 1967; L. L. Vasiljev, Esperimenti di suggestione mentale, Torino, 1972; A. Angoff, B. Shapin, Parapsycology and the Sciences, New York, 1974; H. Bender, Sesto Senso, Milano, 1974; P. Angela, Viaggio nel mondo del paranormale, Milano, 1990.

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