passata

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sf. [sec. XIV; da passare].

1) Lett., rapido, breve passaggio: “La passata sua in Italia fu con pochissimo numero di genti” (Guicciardini); in particolare, il passaggio o il luogo dove abitualmente passano nei loro spostamenti uccelli e selvaggina; concr., serie di orme o tracce lasciate dal selvatico. Anche avvenimento di breve durata: una passata di pioggia, un breve acquazzone; una passata di collera, uno scoppio d'ira subito esaurito.

2) Il passare in fretta o una sola volta: una passata di scopa, di vernice; dare una passata alla carne in padella, rosolarla un po'; di passata, di sfuggita, incidentalmente.

3) Nella tecnica, l'azione esercitata sulle superfici in lavorazione mediante attrezzi manuali o macchine utensili; più in particolare, nell'industria del legno, indica varie e diverse fasi di lavorazione, quali la sgrossatura, la finitura, la pulitura, ecc. Nelle lavorazioni meccaniche con asportazione di materiale, è il movimento relativo effettuato dall'utensile rispetto al pezzo, per asportare il materiale grezzo eccedente rispetto al profilo che si vuole ottenere.

4) Nell'attrezzatura navale, ciascuno dei giri che si fanno con un cavetto attorno a uno o due cavi per eseguire una legatura, o con un cavo attorno a un albero, pennone, per vari scopi.

5) Nella caccia, passata con il fischio, serie di reti di sbarramento usate per la cattura degli uccelli di passo.

6) Nell'equitazione, una delle arie basse dell'alta scuola, costituita da più passaggi di andata e ritorno, al galoppo, con cambiamento di direzione eseguito a mezza volta.

7) Nella scherma, passata sotto, scarto o schivata col corpo basso, sotto la lama dell'avversario. Per passata fuori, vedi cartoccio.

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