perìzia

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sf. [sec. XIV; dal latino peritía, da perītus, perito].

1) L'esser perito in un determinato settore di attività; qualità di chi, per disposizione naturale e per lungo esercizio, rivela piena conoscenza della materia e padronanza assoluta dei mezzi tecnici di un'arte o disciplina: un artista di eccezionale perizia; lavorare con perizia; la sua perizia in campo finanziario è fuori discussione.

2) Parere, giudizio, valutazione di elementi di cui il giudice si avvale con propria ordinanza quando sia necessaria un'indagine che richieda particolari cognizioni di determinate scienze o arti. La perizia può essere richiesta anche dal Pubblico Ministero o dalle parti private. Il parere su argomenti di natura sanitaria offre al giudice e ad altro organismo pubblico (ente previdenziale) o privato (compagnia di assicurazione) un giudizio in merito alle modalità con cui sono avvenuti fatti delittuosi, in merito all'entità di una riduzione di capacità lavorativa o di un'invalidità, ecc.; perizia necroscopica, lo stesso che autopsia; perizia psichiatrica, indagine medica sulle condizioni psichiche di un paziente o di un imputato. Il perito è scelto dal giudice tra le persone che egli reputa idonee e preferibilmente tra coloro che hanno conseguito la qualifica di specialista; il perito presta giuramento e riceve i quesiti che il giudice stesso intende porgli. A essi egli risponde verbalmente, se possibile; ma nella maggioranza dei casi presenta una risposta scritta nel termine assegnatogli dal giudice (mai superiore a tre mesi). Le parti private possono presenziare alla perizia e fare le loro osservazioni.

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