pinacotèca

sf. [sec. XVI; dal greco pinakothḗkē, da pínax-akos, tavola, quadro+thḗkē, custodia]. Nell'antichità classica, qualunque luogo dove fossero esposti quadri, come un santuario ricco di tavole votive oppure una parte della casa romana destinata alla raccolta di pitture. Era chiamato pinacoteca anche l'ambiente, espressamente destinato alla pubblica esposizione di quadri, attiguo all'ala nord dei Propilei dell'Acropoli di Atene. Raccolta, sia pubblica sia privata, di dipinti ospitata in un palazzo a sé o in uno speciale settore di un museo riservato ai dipinti. Per estensione, l'edificio o l'ambiente che ospita la raccolta. § Per il diritto la pinacoteca costituisce un'universalità di mobili ed è sottoposta a un regime di trasferimento della proprietà diverso da quello degli altri beni mobili per i quali il semplice possesso di buona fede vale titolo di proprietà. Le pinacoteche dello Stato, delle regioni, delle province e dei comuni sono beni demaniali e quindi inalienabili, intrasmissibili, non usucapibili.