piraterìa

Indice

Lessico

sf. [sec. XVII; da pirata].

1) L'attività del pirata: esercitare la pirateria; concretamente, azione da pirata (anche fig.): è una pirateria bella e buona. Per il diritto si hanno atti di pirateria quando una nave, sfornita di documenti di bordo, depreda o compie violenze contro altra nave di un Paese con cui non sia in guerra; degli atti di pirateria rispondono il comandante e l'equipaggio.

2) Produzione e vendita non autorizzate di prodotti protetti dal diritto d'autore: pirateria editoriale, discografica. Per estensione, in informatica, attività di chi si inserisce in reti e banche informatiche a scopi illeciti.

Storia

La pirateria fece la sua comparsa sin dall'antichità ed ebbe un ideale campo d'azione nel Mediterraneo, notevole centro di traffici marittimi. Gli stessi mercanti (si vedano per esempio i Fenici preoccupati di salvaguardare i loro empori) non esitavano a far propria la spregiudicatezza dei pirati per insidiare le navi altrui. Anche nel mondo greco l'attività dei pirati ebbe periodi particolarmente intensi. Lo storico Tucidide ci informa della spietata battaglia sostenuta da Minosse di Creta per combattere i pirati dell'Egeo e del Mediterraneo. È altresì indubbio che il brigantaggio sul mare tendeva a esasperarsi quando l'egemonia d'una potenza veniva a cadere, originando un periodo di anarchia sfruttata abilmente dai pirati. Nel sec. VIII, come conseguenza dell'affermazione delle solide marinerie delle città greche (Corinto e Atene), l'attività dei pirati fu ridotta all'azione occasionale, senza tuttavia stroncarla, se il celeberrimo pirata Policrate di Samo riuscì a crearsi un'invidiabile, persino fastosa, potenza. Nella fascia del Mediterraneo neoccidentale il dominio romano fu messo a dura prova dai pirati del Tirreno. Roma, costretta a prendere in seria considerazione un pericolo che rischiava di diventare incontrollabile, ricorse all'autorità del Senato il quale incaricò (67 a. C.) Gneo Pompeo Magno di ripulire il Mediterraneo dai pirati. Pompeo, dotato di pieni poteri, si lanciò in una campagna militare di grande portata, e in pochi mesi uccise (o catturò) ca. 30.000 pirati, distrusse oltre 800 imbarcazioni, colpì direttamente le basi di Cilicia. Il disordine terminò tuttavia solo con Ottaviano Augusto che organizzò regolari pattuglie di pronto intervento. Nel Medioevo la pirateria in Europa si identificò con l'attività di conquista dei Vichinghi e degli Arabi e portò alla costituzione, sotto l'egida dell'Impero turco, di veri e propri Stati, denominati barbareschi, che si estinsero soltanto nel sec. XIX. L'affermazione delle grandi repubbliche marinare tuttavia limitò le velleità dei pirati braccati, tra il 1370 e il 1390, nei loro covi. La scoperta del Nuovo Mondo (da cui ebbe inizio l'età moderna) e il formidabile traffico d'oro che ne derivò, dalle Americhe alla Spagna, provocarono l'insorgere di un'imponente flotta piratesca costituita sia da avventurieri sia da corsari che agivano con il placet interessato dei rispettivi governi. Nel Mar delle Antille, bucanieri, corsari, filibustieri, guidati da grandi predoni del mare (Drake, Clifford, Morgan, Pietro il Grande, Braccio di Ferro, Montauban, Roc il Brasiliano, l'Olonnais, Grammont, ecc.), ebbero via libera per due secoli. Nel sec. XIX la pirateria scomparve pressoché interamente dai mari occidentali, ma non accennò a scemare in Oriente: soprattutto la pirateria cinese, anch'essa di origini antichissime, ebbe modo di esprimersi in coincidenza con le relazioni commerciali con l'Europa. Si distinse in quel periodo, assai temuta dall'impero cinese, dagli Inglesi e dai Portoghesi, Ching Yih Saou, un'avventuriera di grande coraggio, geniale guida di una sterminata e agguerrita flotta. Dopo la “guerra dell'oppio” (1839-42) anche le navi britanniche subirono per un ventennio gli assalti dei pirati cinesi scomparsi soltanto attorno alla metà del sec. XX. Sporadici episodi di pirateria si sono tuttavia segnalati ancora nella seconda metà del Novecento, in particolare attacchi ai mercantili e ai profughi nei mari indocinesi e, con maggior frequenza, dirottamenti di aerei (la cosiddetta pirateria aerea), soprattutto per terrorismo politico.

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