Lessico

sf. [sec. XVI; dal francese pistole, dal tedesco Pistole, dal ceco pištal, canna, tubo].

1) Arma da fuoco corta, atta a essere impugnata con una sola mano, idonea per il tiro a corta distanza e usata per scopi sia civili sia militari.

2) Per estensione, ciò che nella forma ricorda quella di una pistola: pistola ad aria compressa, pistola a spruzzo, pistola saldatrice, pistola al plasma, nella tecnica.

Armi: pistole antiche

Come la maggior parte delle armi portatili, le pistole si suddividono in antiche, se prodotte anteriormente al 1890, e moderne. Queste si dividono, secondo il loro principio di funzionamento, in pistola a colpo singolo e pistola a ripetizione semiautomatica; le pistole a rotazione o a tamburo sono più propriamente dette revolver o rivoltelle. La pistola è entrata nell'uso nel sec. XVI con l'invenzione dell'acciarino a ruota in quanto il precedente sistema di accensione a serpentino, usato per gli archibugi, non si prestava per l'impiego su armi corte. Le prime pistole a ruota, dette anche terzette, erano in genere armi di lusso, riccamente incise e decorate e caratterizzate da un calcio poco angolato terminante con un ingrossamento sferico; l'acciarino a ruota, collocato sul lato destro dell'arma, comunicava l'accensione alla carica di polvere collocata nella culatta della canna attraverso un foro detto focone. Il caricamento avveniva introducendo dalla bocca della canna la dose di polvere e la palla, quindi innescando lo scodellino con polvere fine e armando la molla della ruota con un'apposita chiave. La trazione del grilletto provocava la rapida rotazione della ruota che, sfregando contro un pezzo di pirite, provocava una scarica di scintille che accendevano la polvere dello scodellino e quindi, attraverso il focone, la carica di lancio. Verso la fine del sec. XV la pistola entrò in uso come armamento militare per la cavalleria leggera (raitri). A partire dal secolo successivo l'acciarino a ruota venne progressivamente abbandonato in favore del più pratico acciarino a pietra nelle versioni snaphaunce e micheletto, la prima di origine olandese e la seconda di origine spagnola. Nel sec. XVIII l'acciarino a pietra assunse la sua forma definitiva con l'adozione della molla interna del cane. In questo secolo furono inventate in Gran Bretagna le pistole a canna avvitabile che, venendo caricate dopo aver svitato la canna dalla culatta, consentivano l'impiego di palle di piombo dello stesso diametro della canna con conseguente eliminazione del “vento”. La potenza e precisione di tiro risultavano così molto superiori poiché veniva impedita la fuga di gas attorno alla palla. Le pistole a pietra focaia raggiunsero il massimo della perfezione tra la fine del 1700 e il 1820, specialmente per opera degli armaioli inglesi Manton, Egg e Nock e dei francesi Renette e Le Page. Tra le raffinatezze adottate in quel periodo si ricordano le sicure, la copertura dello scodellino a prova d'acqua, i foconi in oro e platino per evitare la corrosione, i movimenti su rulli per diminuire gli attriti e la regolazione della durezza dello scatto. Con la scoperta del fulminato di mercurio e l'introduzione delle capsule a percussione, l'acciarino a pietra venne definitivamente abbandonato in favore del sistema a percussione, più semplice e sicuro. Sebbene universalmente diffuso, il sistema a percussione ebbe una vita relativamente corta poiché, affermatosi intorno al 1820, cadde in disuso verso il 1860 per l'introduzione delle rivoltelle a cartuccia metallica. Dopo questa data le pistole ad avancarica rimasero in uso solo come armi da duello.

Armi: pistole moderne

Le pistole moderne "Per la Beretta 951 e la M 1911 A1 vedi disegni al lemma del 15° volume." sono generalmente a ripetizione semiautomatica (anche se comunemente ed erroneamente dette automatiche), con serbatoio o, più comunemente, caricatore amovibile collocato all'interno dell'impugnatura. I modelli a colpo singolo sono esclusivamente a uso agonistico (pistola libera) o sportivo (flobert e aria compressa). Le pistole semiautomatiche sono costituite da fusto o castello, canna, carrello ed eventualmente otturatore; secondo il sistema di funzionamento si suddividono in pistole a chiusura labile e pistole a chiusura geometrica, o ad apertura ritardata. Le prime sono concepite per l'impiego di cartucce relativamente deboli, quali il 22, il 6,35, il 7,65 e il 9 corto, che danno un rinculo di modesta entità; il ritardo di apertura può quindi essere assicurato dall'inerzia della massa del carrello o dalla resistenza della molla di recupero. Le cartucce potenti, quali il 9 lungo, il 45 auto e il 38 superauto, richiedono invece un vincolo meccanico di chiusura per evitare che l'arma si apra prima dell'uscita del proiettile dalla canna, quando la pressione interna è ancora molto elevata. I sistemi di chiusura adottati per le pistole sono essenzialmente due, corto rinculo e metastabile, o hesitation; nel primo la canna e il carrello rinculano uniti per 5-8 mm quindi, per la rotazione di una camma o la caduta di un blocchetto, la canna si ferma, il vincolo si sblocca e il carrello prosegue il movimento retrogrado aprendo la culatta ed espellendo il bossolo. Nel sistema metastabile invece il ritardo all'apertura è dato da un movimento che deve necessariamente precedere lo sganciamento del carrello, come per esempio la rotazione assiale della canna, impegnata con due denti in appositi solchi del fusto, o dalla trasmissione dell'energia di rinculo per reazione inerziale dall'otturatore, che è bloccato in chiusura, al carrello che lo contiene e che, arretrando, lo sblocca e lo trascina in apertura. Il sistema di percussione delle pistole semiautomatiche è in genere costituito da un cane, che può essere esterno o interno, e un percussore alloggiato nel carrello-otturatore. Esistono anche tipi di pistole senza cane, dette a percussore lanciato, nelle quali il dente di scatto agisce direttamente sul percussore (per esempio Luger parabellum). Dal punto di vista della sicurezza sono preferibili le pistole a cane esterno, o quelle a cane interno provviste di una levetta che consente di armare e disarmare manualmente il cane; è infatti evidente che una pistola con proiettile in canna sarà più sicura con il cane abbassato anziché armato, nonostante l'inserimento della sicura che interrompe o blocca la catena di scatto. Uno dei più importanti dispositivi utilizzati su alcuni tipi di moderne pistole è la doppia azione, inventata dalla ditta Walther nel periodo tra le due guerre. Questo dispositivo consente, come nelle rivoltelle, l'armamento automatico del cane con la trazione del grilletto e permette quindi di tenere l'arma col proiettile in canna e il cane abbassato, pur essendo immediatamente pronta all'uso. Ovviamente la doppia azione serve solo per il primo colpo, poiché per i successivi il cane viene armato normalmente dal movimento retrogrado del carrello. Alcuni tipi di pistole adottano dispositivi accessori atti ad aumentarne la sicurezza o la praticità d'uso; tra questi i principali sono l'avviso di colpo in canna, la sicura al dorso, che consente lo sparo solo quando la pistola è saldamente impugnata, la sicura al caricatore, che impedisce lo sparo se il caricatore non è inserito, l'avviso di serbatoio vuoto, che trattiene il carrello in apertura dopo l'ultimo colpo. Le pistole per uso sportivo sono inoltre provviste di tacca di mira regolabile ed eventualmente di impugnatura anatomica, che consente una presa più salda e costante. § Pistola mitragliatrice, arma automatica individuale che utilizza cartucce per pistola, abbastanza leggera da poter essere usata senza supporto e senza appoggio alla spalla, anche se spesso dotata di calcio metallico retrattile o ripiegabile. Così come i moschetti automatici, le pistole mitragliatrici funzionano per utilizzazione diretta dell'energia di rinculo senza vincoli di chiusura. La prima arma basata su questo principio fu la piccola mitragliatrice Villar Perosa ideata nel 1914 da A. Revelli e fabbricata dalla FIAT; l'arma impiegava le cartucce cal. 9 mm della pistola Glisenti. La vera e propria progenitrice delle armi attuali fu tuttavia la Maschinen-Pistole MP 18 cal. 9 parabellum del tedesco H. Schmeisser che nelle successive versioni MP 38 e MP 40 fu usata largamente dalle truppe tedesche durante la guerra civile spagnola e il secondo conflitto mondiale. Altra famosa pistola mitragliatrice dello stesso periodo è la britannica Sten cal. 9 mm che fu prodotta in milioni di esemplari. Le pistole mitragliatrici furono ancora largamente impiegate dai Cinesi in Corea e dai Vietnamiti in Indocina, ma il loro declino quali armi militari era già cominciato: sono armi economiche e facili da costruire ma di potenza modesta a causa del munizionamento utilizzato e quindi limitate a usi di polizia e a impieghi bellici particolari. Le armi più moderne della categoria sono: la Sterling L2A3 cal. 9 mm adottata nel 1953 dall'esercito britannico; la israeliana UZI cal. 9 mm progettata da U. Gal nel 1950 e ancora in produzione; l'italiana Beretta PM 12 S cal. 9 parabellum, arma solida, lunga 42 cm e del peso (con caricatore) di 3,77 kg, in distribuzione ai corpi di polizia.

Tecnica: tipi di pistola

Pistola ad aria compressa, apparecchiatura per la pulitura di superfici a mezzo di proiezione energica di sabbie con un getto di aria compressa: consta di un compressore di elevata potenza collegato a un dispositivo a forma di pistola nel quale avviene l'aspirazione della sabbia che è poi proiettata attraverso un ugello. § Pistola a spruzzo, dispositivo per ottenere rivestimenti protettivi o verniciature a strato sottile e omogeneo, mediante polverizzazioni di vernici con aria compressa. Comprende un serbatoio per la vernice, i tubi per l'immissione dell'aria e l'aspirazione della vernice, l'ugello spruzzatore; l'aria può essere fornita da un compressore (nelle pistole professionali) o da un sistema a vibrazione elettrico (nelle pistole d'uso privato). § Pistola saldatrice, "Per la pistola per la saldatura dei prigionieri vedi il lemma del 15° volume." attrezzo portatile concettualmente analogo a un saldatore ad arco impiegato per saldare su una superficie metallica un gambo, esso pure metallico, spesso filettato, per esempio un prigioniero: il gambo, infilato nel mandrino della pistola, funziona da elettrodo e permette di far scoccare l'arco tra la sua estremità e la superficie metallica, consentendo così la saldatura. § Pistola al plasma, dispositivo che, con diverse soluzioni costruttive, viene usato per il sezionamento termico di metalli (taglio), la metallizzazione a spruzzo, la saldatura. Schematicamente la pistola è un generatore di plasma (torcia) costituito praticamente da un arco elettrico con il catodo di tungsteno circondato coassialmente da una camera tubolare in rame raffreddata ad acqua, che funge da anodo. Quando un gas inerte sotto pressione viene insufflato all'interno della camera si forma una fiamma silenziosa, sottile e lunga, di dimensioni controllabili, dovuta alla trasformazione del gas in plasma, che può raggiungere temperature di ca. 20.000 ºC. Il gas può essere miscelato a particolari materiali coloranti (verniciatura a fuoco), metallici (metallizzazione a spruzzo), refrattari (rivestimenti antitermici), regolando opportunamente la temperatura. Per il taglio di metalli con solco estremamente sottile e per la saldatura si preferisce utilizzare la camera quale catodo e l'elemento di tungsteno quale anodo in quanto l'arco non scocca all'altezza del becco ma un poco più avanti, con il vantaggio che ne deriva.

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