plastìdio

sm. [sec. XIX; dal latino scientifico plastidium, dim. arbitrario del greco plastós, plasmato, formato]. Struttura granulare tipica delle cellule vegetali, nelle quali svolge importanti funzioni di sintesi o di accumulo. I plastidi sono organuli autonomi che si trasmettono da una cellula all'altra, autodividendosi, a partire dalla cellula uovo. Nelle cellule embrionali essi si trovano allo stadio di proplastidi indifferenziati; durante la differenziazione della cellula anche i plastidi in essa contenuti maturano, diventando organuli di riserva (amiloplasti, proteoplasti, elaioplasti) o assumendo funzione vessillare (cromoplasti) o diventando fotosinteticamente attivi (cloroplasti, feoplasti, rodoplasti). Non tutte le cellule vegetali sono dotate di plastidio; più precisamente, ne sono prive quelle dei Funghi, dei Batteri e dei Cianobatteri (o Alghe Azzurre). Quando risultano più o meno vivacemente colorati per la presenza di pigmenti i plastidi prendono il nome di cromatofori (detti anche leucoplastidi se bianchi, cloroplastidi se verdi e cromoplastidi se giallo-aranciati).

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