plerione

sm. [dal greco plḗrēs, pieno]. In astrofisica, con tale termine vengono designate alcune formazioni di plasma gassoso espulso da antiche supernovae. Caratteristica saliente dei plerioni è il fatto che la radioemissione, di cui essi sono sorgente per l'effetto di sincrotrone connesso alla spiralizzazione di elettroni liberi in campi magnetici intensi, appare “riempire” l'intero spazio occupato, a differenza di altri residui noti di supernovae, tipo Cas A, che mostrano una struttura a involucro, o “a conchiglia”. Gli astrofisici N. Panagia e K. Weiler, che hanno studiato la radiosorgente 3C58 in Cassiopea – e per la quale hanno introdotto il termine – hanno avanzato l'ipotesi che tali strutture vengano energizzate internamente da astri a neutroni dotati di rotazione veloce e prodotti da supernovae del tipo II. Anche la nota Crab Nebula, o Nebulosa del Granchio (residuo di una supernova comparsa nel Toro nel 1054) è un plerione.

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