postimpressionismo

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sm. [sec. XX; post-+impressionismo]. Termine convenzionale entrato in uso agli inizi del Novecento con riferimento alle varie tendenze della pittura francese sviluppatesi dopo le stagioni dell'impressionismo e del neoimpressionismo e dalle quali scaturirono il fauvismo e il cubismo. Alla ricerca di una nuova definizione espressiva della forma, dopo la decomposizione attuata dal colore e dalla luce degli impressionisti, contribuirono artisti di interessi e temperamento diversi: Cézanne, Gauguin, Van Gogh, Toulouse-Lautrec, E. Bernard, O. Redon, P. Bonnard, E. Vuillard. Attraverso queste differenti personalità e sullo stimolo della fondamentale lezione cézanniana, il postimpressionismo vide lo sviluppo delle esperienze simboliste e sintetiste (Scuola di Pont-Aven, nabis), che, se nell'ideale di “superare il mondo delle apparenze” preludono al surrealismo, nell'impiego non naturalistico della linea e del colore costituiscono un'importante premessa al decorativismo dell'Art Nouveau. A diversi esiti approdarono le ricerche di Vuillard e Bonnard, paghi di una visione sentimentale e intimista, di P. Gauguin, la cui esperienza fu fondamentale nel processo di semplificazione formale, e di V. Van Gogh che aprì la strada alle drammatiche visioni dell'espressionismo.

Bibliografia

M. Raynal, J. Leymarie, Histoire de la peinture de Baudelaire à Bonnard, Ginevra, 1949; J. Rewald, Post-impressionisme. From Van Gogh to Gauguin, New York, 1956; M. Valsecchi, Maestri moderni, Milano, 1957; R. Negri, A. Martini, Cézanne e il postimpressionismo, Milano, 1967; M.-C. Jalard, Il postimpressionismo, Milano, 1968; A. Agnelli, Bergagna e Rossini: Postimpressionismo a Trieste, Trieste, 1987.

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