prato

Indice

Lessico

sm. [sec. XIII; latino pratum].

1) Terreno coltivato per la produzione di erba falciabile .

2) Per estensione, nell'uso comune, superficie erbosa in genere, anche non coltivata: un prato cosparso di fiori; i prati alpestri.

3) Terreno erboso su cui si pratica uno sport: nell'hockey su prato è il campo di gioco; nel baseball, il campo esterno; nel golf, l'intera area del percorso fatta eccezione per la piazzuola e gli ostacoli.

Agraria

In base all'origine, si distinguono prati naturali, di origine remota, in cui la flora si è andata affermando sotto l'influenza dell'ambiente, e prati artificiali, dovuti all'opera dell'uomo. Secondo la durata si distinguono prati stabili o permanenti, che di norma non si rinnovano, o solo a lunghi intervalli, e prati alterni o avvicendati, che entrano nella rotazione aziendale e si rinnovano ogni 2-10 anni. In base alla composizione della flora si distinguono poi prati monofiti, costituiti da una sola specie vegetale, per esempio erba medica, trifoglio, ecc., e polifiti, formati da più specie erbacee. Si distinguono, infine, prati irrigui e prati asciutti. I prati alterni sono normalmente monofiti, quelli permanenti sono sempre polifiti e costituiti prevalentemente da Graminacee. I prati polifiti asciutti danno comunemente un solo taglio all'anno, quelli polifiti irrigui danno tre o quattro tagli (maggengo, agostano, terzuolo, quartirolo). Il prato-pascolo è il prato permanente polifita la cui produzione foraggera viene in parte falciata e in parte pascolata; è tipico di allevamenti semibradi.

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