predatóre

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Lessico

sm. (f. -trice) [sec. XIII; dal latino praedātor-ōris]. Chi fa preda, chi vive predando; saccheggiatore, conquistatore. Anche come agg.: animali predatori, dediti alla predazione. In zoologia, animale che si nutre di altri animali, in genere praticandone la cattura e l'uccisione.

Zoologia

Dal punto di vista della dieta, alcuni predatori sono specializzati nella cattura di poche specie, altri hanno uno spettro di predazione assai ampio. Oltre alle svariate tecniche di caccia, che se implicano comportamenti complessi sono in genere tipiche dei Vertebrati, i predatori possiedono molteplici adattamenti morfologici e di altra natura legati al loro modo di vita, alla qualità delle loro prede e in genere all'ambiente in cui operano. La mole dei predatori è di solito maggiore di quella delle rispettive prede e le prede non sono mai così piccole da renderne poco remunerativa la caccia; tuttavia alcuni predatori sociali cacciano in branco (Canidi, Ienidi, leone) riuscendo così a sopraffare prede molto più grosse di un singolo predatore e pertanto in grado di soddisfare le esigenze alimentari di numerosi individui. In prospettiva evolutiva, l'aumento di dimensioni di certi predatori, quali per esempio i Cetacei Misticeti, lo squalo balena e lo squalo gigante, ha portato questi animali a perdere l'agilità necessaria per la caccia all'inseguimento, che implica velocità elevate e scatti rapidissimi e comporta quindi spese energetiche enormi; questi animali hanno modificato il loro sistema di procurarsi il cibo da predatorio in senso stretto a filtratorio, nutrendosi di animali assai piccoli attraverso i cui sciami nuotano lentamente con la bocca spalancata, separandoli poi dall'acqua ingurgitata, che non viene inghiottita, per mezzo di particolari sistemi di filtri. Organi di presa e di uccisione dei predatori sono gli artigli uncinati dei Felidi e degli uccelli rapaci, sia diurni che notturni, ma anche i becchi affilati o seghettati o uncinati o acuminati degli uccelli che si nutrono di pesci, le bocche poderose dei Pesci, dei Rettili, dei Felidi, dei Canidi, degli Ienidi, ecc. e specialmente i denti canini, lunghi e conici, adatti alla penetrazione profonda nel corpo della vittima, gli apparati veleniferi dei serpenti, degli scorpioni, dei ragni e di alcuni Insetti e i secreti adesivi della lingua degli Anfibi e dei camaleonti; molti predatori, inoltre, si avvalgono di organi protrusibili che vengono “sparati” sulle prede: tali sono, per esempio, le proboscidi dei Nemertini e dei Policheti, talvolta armate di stiletti o di mascelle, e le braccia tentacolari dei Molluschi Dibranchiati, fornite di ventose e uncini; altri predatori (per esempio Gasteropodi) producono secreti che perforano le corazze delle prede (altri Molluschi). Una struttura fisica potente è propria dei predatori che sopraffanno le prede lottando, come i Felidi e i serpenti costrittori, e una grande agilità, che si esplica sia come capacità di esprimere accelerazioni elevate sia come grande abilità di manovra in luoghi accidentati, caratterizza i predatori all'inseguimento; fra questi molti pesci, i Felidi (soprattutto il ghepardo) e alcuni uccelli rapaci (falco pellegrino, astore, sparviero) offrono le migliori prestazioni. Gli organi di senso dei predatori hanno in genere un elevato sviluppo, soprattutto l'udito, nei Mammiferi e negli Uccelli, l'olfatto, negli Invertebrati e nei Mammiferi e la vista, in molti invertebrati e nei Vertebrati diurni; nei predatori invertebrati gli occhi sono grandi e spesso forniti di lente; nei Vertebrati hanno spesso un campo di visione binoculare più ampio, permettendo una migliore valutazione della distanza. Altri adattamenti dei predatori (oltre che delle prede) sono il criptismo e il mimetismo.

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