prelùdio

sm. [sec. XV; da preludere]. Composizione strumentale che funge da introduzione a un'altra ma che può anche essere autonoma. Per estensione, discorso introduttivo, proemio, preambolo. Fig., fatto che preannuncia ciò che avverrà, indizio, segno premonitore. § Originariamente, nei sec. XV-XVI, il preludio era destinato al liuto o a uno strumento a tastiera e aveva carattere improvvisatorio e forma libera. Nei sec. XVII e XVIII fu premesso alla suite e frequentemente associato alla fuga nella musica organistica, mentre si sviluppò in Germania la tradizione specificamente luterana del preludio-corale. È invece prevalentemente ottocentesco lo sviluppo del preludio come pezzo a sé stante, svincolato da qualsiasi canone formale: tra gli esempi più insigni sono i Preludi pianistici di Chopin e, nel sec. XX, quelli di Debussy. Nella musica operistica il termine è talvolta usato in luogo di ouverture.

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