privazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino privatío-ōnis].

1) Atto, effetto del privare o dell'essere privato: privazione di un diritto.

2) Il privarsi volontariamente, rinuncia, sacrificio di cose necessarie o comunque gradite: sopporta molte privazioni pur di raggiungere il suo scopo.

3) Ant. e lett., l'esser privo, mancanza, assenza.

Filosofia

In filosofia è la mancanza di uno o più attributi richiesti dalla natura di una cosa. Essa agisce nel soggetto dotato di intelligenza come stimolo al proprio completamento. Aristotele pone la privazione come un principio del reale in opposizione alla potenza, che è ancora tutta capacità inattuata e in correlazione con l'atto, che è invece realtà completa, in cui è scomparsa ormai ogni mancanza, cioè ogni privazione. Nel cristianesimo alcuni padri della Chiesa definirono la privazione come carenza del bene, repugnando alla loro sensibilità spirituale che si dovesse identificare con il male, concepito come incompatibile con l'infinita bontà di Dio. Di questo parere è anche Sant'Agostino, che perciò definisce la privazione come “carenza di bene” e praticamente con la sua definizione concordano gran parte dei pensatori medievali. Su questa linea si pone anche Leibniz, ma con diversa argomentazione: tutte le cose esistenti sono bene e Dio è la causa anche del male, ma solo nella parte in cui esso si presenta come un dato positivo; essendo atto assoluto, Dio però non può essere causa del male, nella misura in cui questo è privazione di bene.

Etologia

In etologia, l'esperimento di privazione è un metodo sperimentale di allevamento in cui un animale, generalmente in età precoce, viene privato della possibilità di compiere determinate esperienze, con la finalità di mettere in rilievo il ruolo dell'apprendimento nello sviluppo di certi comportamenti. A seconda dei casi, l'animale può essere privato del contatto materno, del contatto con individui conspecifici o di altre situazioni stimolatorie. In tutti questi casi è in genere possibile mettere in evidenza il normale sviluppo dei soli moduli comportamentali innati, mentre quelli influenzati dall'apprendimento, nelle situazioni che l'animale non ha potuto sperimentare, o non si sviluppano o si sviluppano disarmonicamente. Un animale sociale privato del contatto con i suoi simili, per esempio, può non essere in grado, dopo una certa età, di instaurare relazioni sociali equilibrate in seno al gruppo in cui sia immesso; in particolare, una scimmia potrebbe mostrarsi esageratamente aggressiva e non accettare un rapporto di subordinazione. Spesso gli animali sottoposti a esperimenti di privazione mostrano turbe del comportamento che caratterizzano una “sindrome da privazione”; analogamente, i vitelli delle vacche da latte, che sono allontanati precocemente dalle madri e nutriti da un secchio (privati pertanto della possibilità di succhiare), succhiano oggetti disparati della stalla ed effettuano un caratteristico schiocco della lingua, i bambini non allattati al seno si succhiano un dito, ecc. (vedi anche abbandono, isolamento e Kaspar Hauser).

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