rana

Indice

Lessico

sf. [sec. XIII; latino rana].

1) Nome degli Anfibi Anuri della famiglia dei Ranidi, in particolare di quelli del genere Rana. Nell'uso comune, denominazione data anche ad altri Anfibi Anuri.

2) Fig., nelle loc.: gonfio come una rana, riferito a persona boriosa; cantare come una rana, cantare in maniera sgradevole; detto anche di chi parla troppo e in modo importuno, fastidioso; sembrare una rana; camminare come una rana, di persona con corpo tozzo o dai movimenti poco agili, sgraziati.

3) In funzione di agg. inv., sempre posposto al nome, nella loc. uomini rana, espressione usata nelle marine militari di vari Stati per indicare i sommozzatori addestrati all'attacco delle navi alla fonda e al sabotaggio delle attrezzature portuali.

4) Nuoto a rana, stile di nuoto che prevede movimenti simmetrici delle braccia e delle gambe eseguiti in quattro tempi. Le braccia vengono prima allungate in avanti oltre il viso per compiere un movimento semicircolare di trazione al termine del quale sono nuovamente raccolte davanti al petto; contemporaneamente le gambe, flesse, eseguono un movimento di apertura e chiusura simile a quello delle rane.

Zoologia

Il genere Rana è tra i più noti tra quelli della famiglia dei Ranidi ed è molto numeroso comprendendo complessivamente 252 specie. In Italia i Ranidi sono rappresentati solo da questo genere con 13 specie, alcune delle quali di nuovissima determinazione, mentre altre sono presenti sul nostro territorio in quanto importate dall'estero e poi acclimatatesi. Le rane europee possono essere suddivise in due grandi gruppi che prendono origine dalla diversa colorazione del dorso: rane rosse e rane verdi (anche se esistono variazioni in alcune popolazioni che sembrano contraddire il gruppo di appartenenza). Le rane rosse si distinguono dalle verdi, oltre che per la colorazione del dorso bruno-rossiccia, per avere una macchia temporale scura sempre ben marcata che avvolge gli occhi nonché per il fatto che i maschi delle rane rosse non hanno i sacchi vocali esterni che si estroflettono durante il canto. Le specie di rane rosse italiane sono quattro, di abitudini essenzialmente terrestri. La rana dalmatina (Rana dalmatina), un tempo conosciuta come Rana agilis, lunga fino a 9 cm, è diffusa su quasi tutto il territorio italiano a eccezione della Sardegna, ma è decisamente più comune nell'Italia settentrionale e in quella centro-tirrenica; al Sud è diffusa con piccole popolazione sparpagliate, tranne in Calabria dove è molto frequente. Questa rana vive dal livello del mare fino ad oltre 1500 m di altezza ma predilige di gran lunga gli ambienti di pianura, collinari o addirittura costieri; ha movimenti molto rapidi ed eleganti ed è capace di balzi di oltre 2 m di lunghezza; la rana dalmatina è tra le rane rosse italiane quella dalle abitudini più terricole; è attiva soprattutto di notte ed è un'abile cacciatrice; si riproduce, a seconda della zona, da febbraio a maggio e depone fino a 1500 uova in ammassi sferoidali gelatinosi piuttosto grandi da cui escono, dopo 3-4 settimane, i girini che completeranno la metamorfosi in 2-3 mesi. La rana appenninica (Rana italica) era prima ritenuta una sottospecie di Rana graeca ed è diffusa su tutto il versante tirrenico nonché su quello adriatico delle Marche e dell'Abruzzo; è invece totalmente assente in Sicilia e in Sardegna e dal bacino del Po fino ai confini italiani settentrionali; è poco più piccola della rana dalmatina ma morfologicamente molto simile. La rana di Lateste (Rana latestei) è una specie endemica della Pianura Padana; grande fino a 7,5 cm, è simile alla rana appenninica. È tra le rane rosse quella più legata agli ambienti di pianura e all'acqua e non si rinviene quasi mai a quote superiori i 700 m; la rana di Lateste è attiva durante tutto il giorno. La riproduzione avviene in primavera. Infine la rana temporaria (Rana temporaria), diffusa nell'Italia centro-settentrionale a eccezione della Pianura Padana, è piuttosto massiccia, può arrivare a 10 cm di lunghezza e nell'aspetto è facilmente confondibile con le altre rane rosse italiane; legata all'acqua, ha comunque abitudini tendenzialmente terricole. Il periodo riproduttivo può iniziare anche a dicembre ed è possibile incontrare questa rana anche nei mesi più freddi dell'anno vicino alle raccolte d'acqua. È inoltre da ricordare tra le rane rosse la rana di torbiera (Rana arvalis) ampiamente diffusa nell'Europa orientale e rinvenuta spesso proprio ai confini nordorientali italiani. Le rane verdi invece prediligono ambienti a bassa quota e sono piuttosto “rumorose” nel periodo degli amori con i maschi che gracidano in gran numero nei pressi dei siti riproduttivi. In tutta Europa esiste un situazione molto complessa riguardante la classificazione delle rane verdi: infatti le varie specie sono in grado di ibridarsi tra loro e producono incroci molto particolari che meritano di essere considerate vere e proprie specie separate in quanto in grado di riprodursi tra loro o con una delle due specie parentali (cioè quelle iniziali che hanno dato il primo ibrido) producendo sempre una prole ibrida identica dal punto di vista genetico all'originario incrocio delle due specie “pure”. Queste specie particolari vengono indicate come “klepton” interponendo tra il termine che identifica il genere e quello che denota la specie la sigla “kl.” (per esempio, Rana kl. hispanica). In Italia sono presenti 6 specie di rane verdi, di cui 5 sono autoctone e appartengono al sottogenere Phelophylax. La rana di Lessona (Rana lessonae) è la rana verde diffusa in tutta l'Italia settentrionale e, in questo territorio, forma un sinklepton con la rana esculenta (Rana kl. esculenta). La rana di Berger (Rana bergeri) è la rana verde non ibrida presente nell'Italia peninsulare, in Sicilia e all'Isola d'Elba, che ha sviluppato un synklepton con la rana di Uzzell (Rana kl. hispanica) nei medesimi territori.Questo gruppo di rane verdi è strettamente legato alle acque stagnanti dove gli animali si immergono per tempi relativamente brevi, preferendo rimanere lungo le rive erbose in attesa di insetti, che poi afferrano con agili salti. Il colore dei singoli individui varia notevolmente, con risultati mimetici, in dipendenza dell'ambiente: infatti quelli catturati lungo rive erbose presentano una colorazione verde brillante, mentre là dove la vegetazione è scarsa si osserva una prevalenza delle tonalità brune. Le rane verdi sono attive prevalentemente al crepuscolo. Durante il periodo riproduttivo (primavera-estate) i maschi emettono un gracidio particolarmente intenso, grazie a due sacche vocali che sporgono rigonfie ai lati del capo. In questo periodo gli individui adulti conducono un'esistenza decisamente acquatica, nel corso della quale ha luogo l'accoppiamento. La fecondazione, che è esterna, avviene man mano che le uova vengono deposte. Queste, a contatto con l'acqua, si rigonfiano aumentando notevolmente di volume e quindi discendono verso il fondo in un unico ammasso gelatinoso. Le larve, i girini, fuoriescono dall'uovo dopo circa una settimana e assumono gradualmente la conformazione dell'adulto nel giro di 3-4 mesi, perdendo la coda e le branchie e acquistando una sagoma corporea globosa. La metamorfosi comporta anche l'abbandono di un'alimentazione a base di detriti organici e vegetali, per una dieta costituita da insetti e da vari invertebrati. È infine da segnalare che nella fauna anfibia italiana vengono spesso comprese altre tre specie di rane verdi: la rana dei Balcani (Rana kurtmuelleri); le rane di Graf (Rana kl. grafi) e la rana di Perez (Rana perezi) formanti un sinklepton, presenti nel Sud della Francia ma in territorio geograficamente italiano. La differenza di maggior rilievo tra gli ibridi (i klepton) e le specie che li hanno generati non è morfologica bensì ecologica: gli ibridi infatti sembrano essere molto più resistenti all'inquinamento e quindi prevalgono nelle zone fortemente antropizzate. La rana ridibonda (Rana ridibunda) in Italia si rinviene in talune zone del Piemonte, della Liguria e del Friuli Venezia Giulia ed era conosciuta in passato come rana verde maggiore; gli adulti possono raggiungere i 15 cm di lunghezza e spesso hanno il dorso verrucoso.Di grandi dimensioni è la rana toro (Rana catesbeiana), originaria degli Stati Uniti orientali eimportata volutamente in Italia (come in altre parti del mondo) negli anni Trenta del sec. XX a scopo alimentare date le grosse dimensioni.Come quasi tutte le immissioni di specie alloctone a opera dell'uomo le conseguenze sono state dannose per l'ecosistema che ha visto sconvolto il suo equilibrio naturale: la rana toro infatti preda voracemente Anfibi autoctoni, pesci, giovani tartarughe e piccoli uccelli acquatici incidendo quindi fortemente sulla catena alimentare delle zone invase. È una rana di enormi dimensioni (fino a 20 cm di lunghezza per 1,5 kg di peso) e si distingue dalle altre rane verdi, oltre che per le dimensioni, per non avere le due pliche laterali sul dorso (cioè quelle bande rilevate che dividono il dorso dai fianchi), per avere un timpano di diametro maggiore di quello dell'occhio e per avere un solo sacco per il canto sotto il mento come le rane rosse. Il nome comune le deriva proprio dal “canto”, basso e lamentoso, che somiglia molto ad un muggito e che può essere prodotto da entrambi i sessi. Per quanto riguarda le rane degli altri continenti è da ricordare che in Africa occidentale vivono la più grossa delle rane (Rana goliath), che può raggiungere i 30 cm di lunghezza, e la singolare rana pelosa (Trichobatrachus robustus), così chiamata perché i suoi maschi sviluppano sul corpo, durante il periodo riproduttivo, delle formazioni simili a peli che sono in realtà papille fortemente vascolarizzate funzionanti probabilmente come organi sussidiari della respirazione. Appartiene invece alla famiglia degli Ascafidi la cosiddetta rana caudata o ascafo. § La rana costituisce un cibo molto apprezzato in alcune zone (Italia settentrionale, Francia). La sua carne, dal sapore delicato, è assai nutriente, tanto che in passato il brodo di rana era considerato un vero e proprio ricostituente. Le rane si preparano soprattutto fritte, in guazzetto, in zuppa, scegliendo preferibilmente gli esemplari di media grandezza.

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