riso²
IndiceLessico
sm. (pl. le risa) [sec. XIV; latino risus-us, da ridēre, ridere].
1) Atto e modo del ridere: muovere le risa; riso spontaneo, forzato; riso amaro; riso beffardo, sguaiato; crepare, sbellicarsi, sganasciarsi dalle risa, ridere di gusto, a crepapelle; mettere, volgere in riso, mettere in ridicolo; prendere a riso, mettere in burla; riso che non passa per la gola, forzato, non spontaneo; riso sardonico, amaro, maligno. Fig., aspetto ridente: riso degli occhi; riso della natura.
2) Lett., sorriso. Per estensione, poetico, bocca: “quando leggemmo il disiato riso / esser baciato da cotanto amante” (Dante).
Filosofia
Per la filosofia è la manifestazione di uno stato emozionale che si riferisce al momento in cui una tensione è risolta in maniera inaspettata. Perciò Aristotele definiva il riso come la reazione di fronte a qualcosa di sbagliato che però non procura né dolore né danno; e Kant, a sua volta, nel riso vedeva espressa la percezione di un contrasto risolto in nulla. Ma l'indagine più precisa e completa di questo fenomeno è quella fornita da H. Bergson in un'opera che reca appunto il titolo Le rire (1900; Il riso), dove dimostra come alla base del riso ci sia sempre una delle tante forme in cui una persona è ridotta a meccanismo, ad automa, a cosa. Per gli psicologi è un comportamento caratterizzato da una serie di brusche espirazioni rumorose, accompagnate da uno stato emotivo di gioia, suscitato da una situazione umoristica. Il riso può anche essere evocato dal solletico e può manifestarsi in tutta una serie di situazioni (anche psicopatologiche) che non hanno riscontri umoristici.