rotóndo

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agg. e sm. [sec. XIV; dal latino rotundus, da rota, ruota].

1) Agg., che ha forma circolare o sferica o si avvicina a tale forma: un tavolo rotondo; una piazza rotonda; una palla di creta perfettamente rotonda; “Mi piace sapere che il mondo è rotondo” (Pavese). Per estensione, tondeggiante, privo di angolosità: una faccia rotonda; punta, cima rotonda, arrotondata; scrittura rotonda, con caratteri ben proporzionati fra altezza e larghezza e a tratteggiamento diritto. Fig., che procede con andamento armonico; pieno, sonoro, tornito, detto di discorsi o scritti, di stile: periodo rotondo; una prosa rotonda e vigorosa. Non comune, di cifra arrotondata all'unità superiore, senza frazioni o decimali: ho speso mille lire rotonde.

2) In anatomia, muscoli grande rotondo e piccolo rotondo, i due muscoli della regione posteriore della spalla che si inseriscono da un lato sulla scapola e dall'altro sull'omero; il primo eleva la scapola e sposta medialmente il braccio, il secondo ruota il braccio verso l'esterno.

3) In geometria, solido rotondo, o solido di rotazione, solido generato dalla rotazione di una figura piana intorno a un asse; corrispondentemente superficie rotonda, o di rotazione, è la superficie generata dalla rotazione di una curva intorno a un asse.

4) Sm., la parte, la superficie rotonda di un oggetto, rotondità: il rotondo della testa, della cupola.

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