sémplice

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Lessico

agg. e sm. [sec. XIII; dal latino simplex -ícis].

1) Agg., che consta di un solo elemento (in contrapposizione a doppio o composto): filo, nodo semplice; consonante semplice, non geminata; parola semplice, che non può scindersi in elementi autonomi; preposizione semplice, non articolata; tempo semplice, tempo del verbo formato senza ausiliare. In particolare, non combinato, non mescolato con altro: caffé semplice, senza aggiunta di latte o altro; rito semplice, non solenne; bancarotta semplice, non fraudolenta. In botanica, foglia con lembo costituito da un'unica porzione laminare, che seppure interessata da intaccature più o meno profonde, non presenta soluzione di continuità (contrariamente alle foglie composte, nelle quali la lamina è suddivisa in un certo numero di foglioline). Si dicono semplici anche i fiori con un numero normale di petali, in contrapposizione a quelli che ne posseggono un numero maggiore alla norma (fiori doppi, stradoppi, ecc.). Il termine viene talora riferito anche alle infiorescenze o al fusto quando questi non presentano ramificazioni.

2) Per estensione, non complicato, elementare; che si fa, si capisce, si risolve con facilità: usare un linguaggio semplice; un problema, un procedimento semplice; non sarà semplice convincerlo.

3) Privo di ornamenti complicati o superflui, ridotto all'essenziale: un abito semplice; una casa semplice ma confortevole. Fig., schietto, naturale, non ricercato o artefatto: stile semplice; un uomo dai gusti semplici. Per estensione, modesto, alla buona, non raffinato: cibo semplice; una festicciola semplice ma cordiale. Riferito a persona, sincero, senza malizia, privo di complicazioni sentimentali o spirituali: un uomo semplice che dice quello che pensa; avere un animo semplice; talvolta ingenuo, tonto, credulone: “Le solite burle fatte alla gente semplice e grossa” (F. De Sanctis). In questo senso anche come sm. e f.: è facile ingannare i semplici.

4) Sempre preposto al sostantivo, solo, soltanto, nient'altro che: è una semplice supposizione. Riferito a persona, che non ha nessun'altra qualifica o carica oltre a quella indicata: non è funzionario, è un semplice impiegato. Spesso rafforzato da puro, anche posposto al sostantivo: la tua è vigliaccheria pura e semplice. Sempre posposto al sostantivo, indica tecnicamente il grado più basso di una gerarchia, il primo gradino di una carriera: soldato semplice, uomo di truppa, militare senza nessun grado.

5) In analisi matematica, integrale semplice, l'integrale di funzione y=f(x) a una sola variabile.

6) In geometria proiettiva, rapporto semplice di tre punti allineati A, B, C, il numero che esprime il rapporto delle misure dei segmenti AC e BC; se B=C tale rapporto si pone uguale a ∞; punto semplice di una curva piana è un punto nel quale una generica retta abbia una sola delle sue intersezioni con la curva assorbita in quel punto.

7) Sm., in passato, erba medicinale o anche farmaco a base di tali erbe: giardino, orto dei semplici, orto botanico, specialmente di piante medicinali.

Filosofia

In filosofia, in generale, tutto ciò che è privo di parti; in senso stretto l'inesteso, l'incorporeo (poiché estensione e corporeità implicano la molteplicità delle parti), o ciò che è perfetto in sé e quindi non riconducibile ad altro né scomponibile: per esempio, l'idea di Platone e l'atto puro aristotelico o, per la teologia cristiana, Dio. Nelle scienze, ente semplice per definizione è il punto matematico in quanto del tutto inesteso; in metafisica sono semplici per eccellenza le monadi di G. W. Leibniz e i reali di J. F. Herbart.

Logica

In logica, giudizio semplice, quello formato da proposizioni semplici; come tale, più affine alla pura elencazione di elementi che alla complessa elaborazione di un procedimento di ricerca. In questo senso fu rifiutato da F. Bacone.

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