sarcoidòsi

sf. [da sarcoide+-osi]. Malattia cronica, sistemica, a eziologia sconosciuta, caratterizzata dalla presenza di linfociti e fagociti mononucleati negli organi colpiti e da quella di granulomi non caseificanti. Poco comune, anche se non rara, è più frequente nelle donne tra i 20 e i 35 anni; può essere familiare e si riscontra meno comunemente tra i fumatori che tra i non fumatori. Anche se l'eziologia non è nota, si ritiene che si tratti di una patologia immunologicamente mediata, del tipo a sensibilità ritardata; nei portatori di tale malattia è stata infatti riscontrata una notevole quantità di caratteri immunologici abnormi. Da un punto di vista clinico è una malattia proteiforme, con un quadro che spazia dalla completa asintomaticità all'interessamento di più organi (polmoni, linfonodi, milza, cute, fegato, midollo osseo); frequenti sono la linfadenopatia periferica, le lesioni cutanee, la splenomegalia e l'epatomegalia. La diagnosi si basa sul riconoscimento dei tipici granulomi su un frammento di tessuto prelevato da una sede superficiale (linfonodo o pelle). Si tratta di una malattia benigna, che spesso tende a guarire spontaneamente nel giro di mesi o anni. Nei casi più gravi si somministrano corticosteroidi.

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