scapolìte

sf. [sec. XIX; dal latino scapus, fusto, asta+-lite, con allusione alla forma dei cristalli]. Minerale, detto un tempo anche wernerite. È una miscela isomorfa di due termini, la marialite, e la meionite, allumo-silicati complessi di sodio e calcio contenenti cloro e radicali SO4 e CO₃, cristallizzati nella classe bipiramidale del sistema tetragonale; i due termini non esistono puri in natura, ma in miscele varie danno origine a una serie isomorfa (serie della scapolite) i cui principali componenti sono, oltre alla marialite (Ma) e alla meionite (Me), il dipiro (80-50% Ma, 20-50% Me) e la mizzonite (50-20% Ma, 50-80% Me). Si presenta in cristalliprismatici, di rilevanti dimensioni (fino a 50 cm di lunghezza), limpidi e incolori o colorati in giallo, azzurro e verde; si forma in genere entro calcari metamorfosati per contatto. Notevoli esemplari provengono dalla zona del lago Tremorgio (Canton Ticino), dal Brasile, dalla Birmania e dal Madagascar; i cristalli più limpidi sono molto ricercati dai collezionisti e possono essere utilizzati come gemme.

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