scissióne

sf. [sec. XIV; dal latino scissío -ōnis, da scindĕre, dividere]. Atto dello scindere o dello scindersi: scissione di un partito; in biologia, scissione o scissione binaria, lo stesso che scissiparità; scissione multipla, lo stesso che politomia; scissione ineguale, lo stesso che gemmazione. § In psicanalisi, scissione dell'Io, termine introdotto da S. Freud per spiegare il fenomeno psichico a causa del quale due atteggiamenti psichici diversi e contrari coesistono nell'Io, senza influenzarsi o interagire in modo dialettico. Il meccanismo della scissione è presente principalmente nei quadri psicotici e nei disturbi borderline. Scissione dell'oggetto, meccanismo psichico primario descritto da M. Klein attraverso il quale un oggetto viene scisso in parti buone, sulle quali vengono proiettati i sentimenti positivi e le pulsioni erotiche, e parti cattive, sulle quali vengono proiettati i vissuti negativi e le pulsioni distruttive. Questo meccanismo viene utilizzato come difesa dall'ansia. Normale nella primissima infanzia (nella posizione schizo-paranoide) è, in età adulta, tipico di quadri psicotici.

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