scuderìa

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sf. [sec. XIX; da scudiero, giacché in origine era la stanza dello scudiero].

1) Complesso di locali, per lo più riuniti in uno stabile unico a un solo piano, destinato all'allevamento dei cavalli e al deposito di tutte le attrezzature. § Esistono scuderie rurali per cavalli adibiti ai lavori agricoli; scuderie di allevamento per i riproduttori, i puledri, i cavalli da corsa ecc. Le scuderie possono essere definite semplici se ospitano un massimo di 10 capi su di una sola fila, o doppie se gli animali vengono disposti groppa a groppa con un corridoio centrale che li separa. Nella scuderia si distinguono diverse parti di cui le principali sono: la posta o stallo che deve essere leggermente in pendenza in senso longitudinale od orizzontale; il canale di scolo, di materiale impermeabile, anch'esso in leggera pendenza; la mangiatoia, in mattoni, pietra o cemento con bordo foderato di lamiera, che deve essere costruita in modo da avere spazio vuoto nella parte sottostante per evitare che gli animali si procurino contusioni; la rastrelliera, annessa alla mangiatoia, è costruita in legno o metallo ed è disposta verticalmente (serve per raccogliere il foraggio); le divisioni che possono essere fisse o mobili con un'altezza di ca. 1,20 m nella parte inferiore e di 1,05 m in quella posteriore e sono indispensabili perché gli animali evitino di farsi male reciprocamente. I mezzi di attacco sono costituiti in genere da funi o catene fissate con un'estremità alla cavezza e l'altra a un anello infisso nel muro sopra la mangiatoia. Importanti sono anche i recinti, soprattutto per i soggetti giovani.

2) Nello sport, complesso di atleti o di mezzi meccanici della stessa ditta che partecipa a una gara sotto un unico direttore sportivo; ordine di scuderia quello impartito ai concorrenti dal direttore sportivo.

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