separaziòne (industria mineraria)

processo di arricchimento che ha lo scopo di scindere i minerali dalle ganghe e di tendere a isolare i singoli minerali dalle complesse miscele che costituiscono i minerali grezzi onde raggiungere il grado di liberazione più alto possibile per ogni componente. I metodi usati sono molteplici, variano secondo il materiale e, spesso, vengono applicati in serie. Con la separazione meccanica si sottopongono i grezzi alle operazioni di frantumazione, granulazione, macinazione, per ridurre le dimensioni dei grani, si passa quindi alla classificazione per volume mediante vagli, a secco o a umido, o per equivalenza idraulica mediante crivelli, o per densità mediante cicloni, classificatori (che si valgono anche di urti). Nella separazione con mezzo denso (inglese sink float), basata sulla differenza di densità, si separano i minerali dalle ganghe immergendoli in un liquido pesante (mezzo denso). Dato però che i liquidi pesanti sono molto costosi, il mezzo denso si ottiene generalmente preparando una torbida della voluta densità tenendo in sospensione nell'acqua sostanze pesanti, come galena o ferrosilicio, macinate finemente. La densità è regolata in modo che la ganga galleggi (float) e il minerale affondi (sink). La separazione magnetica utilizza le proprietà magnetiche differenziali dei minerali ferromagnetici (attratti intensamente da un campo magnetico, come il ferro), paramagnetici (attrazione debole), diamagnetici (non attratti). La separazione elettrostatica si basa sul diverso comportamento dei minerali in presenza di un campo elettrico, cioè sulla diversa conducibilità e sulla diversa costante dielettrica. Diffusi i metodi di separazione in corrente fluida, pneumatica o liquida, che utilizzano la differenza di densità, di imbibizione o di tensione superficiale, il più importante dei quali è la flottazione.

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