sièpe

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sf. [sec. XIII; latino saepes].

1) Riparo costituito da alberelli, arbusti e cespugli piantati a distanza ravvicinata (siepe viva) oppure da rami secchi, canne intrecciate, filo spinato ecc. (siepe morta), avente scopi diversi: protettivo, difensivo od ornamentale. Per proteggere le colture si usano siepi frangivento. § Per le siepi vive si scelgono specie che già per loro portamento si rivelino atte a costituire intrecci più o meno fitti: in genere per le siepi di protezione, che devono impedire il passaggio a persone o ad animali, vengono usate piante spinose quali biancospino, crespino, marruca, robinia, mentre per quelle ornamentali si preferiscono piante sempreverdi o caducifoglie che sopportino frequenti potature, eseguite a volte per conferir loro forme particolari, e che rigermoglino facilmente (ligustro, bosso, lauroceraso, mirto, lillà ecc.). Le siepi morte, che hanno esclusivamente scopo di recinzione e di difesa, sostituiscono in gran parte quelle vive nella protezione dei terreni coltivati. § Nel diritto civile la siepe ha la funzione di fissare i limiti legali di diritto privato al diritto di proprietà. Salva l'applicazione di più specifiche disposizioni regolamentari e degli usi locali, chi vuole piantare siepi vive deve farlo a non meno di mezzo metro dal confine dell'altrui proprietà. Le siepi formate da piante che devono essere recise periodicamente al ceppo (castagni, ontani) o di robinie devono distare rispettivamente di un metro e di due metri; l'inosservanza dà al vicino il diritto di far estirpare le siepi Se va a dividere due fondi la siepe si presume di proprietà comune, salvo prova contraria, e deve essere mantenuta a spese comuni. Gli alberi che si trovano nella siepe comune possono essere tagliati solo per comune accordo o per provvedimento del giudice.

2) Per estensione, barriera, ostacolo; riparo, per lo più costituito da una moltitudine di elementi: una siepe di lance; si trovò davanti una siepe di corpi. 3) Nell'atletica leggera, l'ostacolo alto 91,4 cm e largo 3,66 m usato nelle corse sulla distanza dei 3000 metri; l'atleta per scavalcarlo può anche appoggiarsi con le mani e coi piedi. Nell'ippica, ostacolo di altezza variabile realizzato con arbusti.