singhiózzo

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sm. [sec. XIV; da singhiozzare].

1) Atto respiratorio anormale che consiste in una rapida contrattura spastica del diaframma e una brusca chiusura parziale della glottide attraverso cui il veloce passaggio dell'aria espirata produce un caratteristico rumore: un singhiozzo fastidioso; bevendo si può far passare il singhiozzo. Frequente in loc. fig.: procedere a singhiozzo, a sbalzi, con interruzioni; partenza a singhiozzo, quella effettuata da guidatori poco esperti, per cui il veicolo parte a sobbalzi; sciopero a singhiozzo, con astensioni dal lavoro alternate a temporanee riprese. § Le cause del singhiozzo sono varie e molteplici, legate a disturbi dell'apparato digerente, dei polmoni, del fegato; può avere pure un'origine psicogena e isterica e in tal caso scompare con l'alimentazione. La durata e l'intensità del singhiozzo dipendono dalla gravità dell'agente patogeno: in certi casi di neoplasie gastriche si è riscontrata una durata ininterrotta di mesi. La cura dovrà essere diretta a eliminare le cause. Risulta pure utile l'impiego di alcuni sintomatici quali ghiaccio o vescicanti sulla regione epigastrica, la rapida ingestione di acqua, la respirazione profonda ecc.

2) Fenomeno analogo causato da forte agitazione nervosa e accompagnato da pianto convulso: scoppiare in singhiozzi.

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