strìscia

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sf. (pl. -sce) [sec. XIV; latino stria, striscia, con influsso di fascia].

1) Pezzo lungo e stretto di qualunque materiale: striscia di carta, di legno, di stoffa;striscia di cuoio, quella usata dai barbieri per affilare il rasoio.

2) In geometria, porzione di piano delimitata da due rette parallele, la cui distanza dicesi larghezza o ampiezza della striscia. Le strisce hanno interesse nella considerazione della topologia naturale del piano, in quanto ogni disco del piano (e quindi ogni aperto) può ottenersi come unione di intersezioni di strisce in numero finito. Per estensione, riga di una certa ampiezza: golfino a strisce multicolori;strisce pedonali, quelle dipinte sull'asfalto per delimitare i passaggi pedonali; traccia lunga e stretta: una striscia di sangue sul pavimento; in particolare, porzione di territorio: una striscia di terreno incolto; in filatelia, insieme di tre o più francobolli posti in fila uno a fianco all'altro (striscia orizzontale) o uno sotto l'altro (striscia verticale).

3) Nel linguaggio dei fumetti, il termine, equivalente all'inglese strip (comic strip) e al francese bande (bande dessinée), indica il racconto formato da una serie di vignette disposte in sequenza temporale o spaziale.

4) Tipo di spada molto diffusa tra i sec. XVI e XVII, caratterizzata da una lama lunga e stretta a due fili e una guardia molto abbondante, spesso con un'ampia coccia traforata, sormontata da un rivettino avente lo scopo di incastrare e rompere la punta avversaria. La striscia, che era atta a ferire solo di punta, era una tipica arma da scherma e veniva usata esclusivamente per duello e come arma civile da fianco. I più celebri costruttori di strisce furono il Moro del Rey di Saragozza, Thomas De Ayala di Toledo e il Mendrisio di Milano.

5) Nell'attrezzatura navale, sin. di ghindazzo.

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