subaracnoidèo

agg. [sub-+aracnoideo]. In medicina, emorragia subaracnoidea, versamento emorragico tra i due foglietti (pia e aracnoide) della leptomeninge. Le cause sono varie: processi sistemici di tipo vascolare (ipertensione maligna, arteriosclerosi), tossico, dismetabolico, infettivo; traumi cranici, spesso con perdita di coscienza prolungata; anomalie dei vasi cerebrali, come angiomi, aneurismi congeniti o acquisiti, malformazioni delle arterie e delle vene; tumori endocranici molto vascolarizzati. La causa più frequente sono gli aneurismi. La sintomatologia è acuta e drammatica: cefalea molto intensa, dolore alla nuca e tra le scapole, vertigine, vomito, breve perdita di coscienza, segni di sofferenza meningea; in seguito, febbre da riassorbimento dell'emorragia, torpore o agitazione, talora paralisi del terzo o quarto nervo cranico e alterazione del fondo oculare. La puntura lombare è indispensabile per la diagnosi, in quanto dimostra la presenza di sangue nel liquor. La morte è frequente, con coma profondo e fenomeni di decerebrazione. La prognosi è migliore se lo spandimento emorragico è modesto, senza grave compromissione del tessuto nervoso. Le recidive sono frequenti e pericolose. I postumi possono consistere in aderenze della base cranica, con disturbo della circolazione liquorale, in cicatrici corticali, che possono anche causare epilessia.

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