taràntola

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f. [sec. XVI; prob. da Taranto].

1) Aracnide (Lycosa tarentula) appartenente al sottordine degli Araneomorfi. Vive in molte regioni italiane, dalla Liguria alla Puglia, ed è nota soprattutto perché già in un remoto passato si attribuiva al suo veleno la facoltà di scatenare, nelle persone punte, una crisi psicomotoria. In realtà, seri controlli medici hanno smentito completamente questa credenza, dimostrando che la puntura di questo ragno ha effetti quasi nulli. Appartengono allo stesso genere le specie Lycosa narbonensis, anch'essa presente in parte del territorio italiano, nella Francia meridionale e in Africa settentrionale, e Lycosa raptoria, brasiliana, la cui puntura può invece causare gravi lesioni cutanee.

2) Rettile sauro (Tarentola mauritanica) appartenente alla famiglia dei Geconidi, detto anche platidattilo. Si tratta del più grosso geco presente in Italia, potendo superare i 15 cm di lunghezza. Molto comune nell'area mediterranea, frequenta soprattutto le vecchie abitazioni dissestate, i muretti a secco sconnessi, le rocce fessurate, spesso penetrando nelle abitazioni per darvi la caccia, durante le ore notturne, alle mosche, alle farfalle e agli altri invertebrati di cui si nutre. La sua colorazione, assai mutevole nel tempo nello stesso soggetto, tende al marrone più o meno carico. Considerato velenoso e assai temibile, è in realtà del tutto innocuo, pur essendo aggressivo se importunato.

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