véro

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agg. e sm. [sec. XIV; latino verus].

1) Agg., che ha tutte le caratteristiche proprie del suo essere e della sua natura: vero Dio e vero uomo; che è reale, effettivo, riferito a persona o cosa; che compie o ha compiuto realmente un'azione; che si trova realmente in una determinata condizione; esatto, giusto: è il vero autore del libro; scoprire il vero colpevole; qual è il vero motivo della tua venuta?; il vero nome di qualcuno.

2) Che è conforme alla realtà dei fatti e alle regole logiche del pensiero: una notizia vera; una dottrina vera; tenere per vero, credere in qualche cosa; non mi par vero, ritenere qualche cosa impossibile.

3) Genuino, autentico, non falsificato: un vero pentimento; un vero artista;vera lana.

4) Sm., ciò che corrisponde a una determinata realtà: ricercare il vera; non dire il vero; disegnare dal vero. Per antonomasia, il Santo Vero, Dio.

5) In logica matematica, uno dei due valori di verità di una proposizione.

6) Nella filosofia scolastica, proprietà generale dell'ente, che ne designa l'intelligibilità, il suo carattere per sé razionale e quindi la sua manifestabilità originaria a un intelletto. Sul concetto di vero si fonda il rapporto di adeguabilità dell'intelletto all'ente che esprime la verità. Vero si dice per conseguenza quel carattere proprio della conoscenza quando in essa l'adeguazione all'ente sia realizzata.

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